Albert Speer

Disambiguazione – Se stai cercando il figlio, omonimo architetto tedesco, vedi Albert Speer (architetto 1934).
Albert Speer
Albert Speer nel 1933

Ministro del Reich per l'armamento e produzione bellica
Durata mandato8 febbraio 1942 –
30 aprile 1945
Capo del governoAdolf Hitler
PredecessoreFritz Todt (come ministro per l'armamento e munizioni)
SuccessoreKarl Saur (come ministro delle munizioni)

Ministro del Reich per l'industria e la produzione
Durata mandato2 maggio 1945 –
23 maggio 1945
Capo di StatoKarl Dönitz
Capo del governoLutz Graf Schwerin von Krosigk
Predecessorecarica istituita
Successorecarica abolita

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (1931-1945)
UniversitàUniversità tecnica di Berlino
Università tecnica di Monaco
Karlsruher Institut für Technologie
Professionearchitetto
FirmaFirma di Albert Speer

Berthold Konrad Hermann Albert Speer (Mannheim, 19 marzo 1905Londra, 1º settembre 1981) è stato un architetto, politico e scrittore tedesco.

Fu architetto personale di Adolf Hitler, ruolo che gli valse il soprannome di «architetto del diavolo»,[1] e ministro per gli armamenti del Reich, oltre che uno dei massimi interpreti dell'architettura nazista. Fu autore dei maggiori progetti monumentali e urbanistici promossi personalmente dal capo del nazionalsocialismo, delle cui idee architettoniche ed artistiche si fece originale interprete, ottenendo per ciò anche un riconoscimento internazionale quale la medaglia d'oro per il padiglione della Germania all'Esposizione universale di Parigi del 1937.

Semplice iscritto al Partito nazista sin dal 1931, nel 1942, a seguito della morte di Fritz Todt, fu improvvisamente nominato da Hitler ministro degli armamenti della Germania nazista. Svolse tale incarico con straordinario successo grazie alle sue eccezionali doti organizzative. Conservò l'incarico di ministro della produzione e dell'economia nel governo di Karl Dönitz anche dopo il suicidio di Hitler,[2] sebbene questi lo avesse destituito nel suo testamento per l'attiva opposizione dell'architetto alla politica della "terra bruciata", decisa da Hitler il 19 marzo 1945.

Arrestato dagli Alleati il 23 maggio 1945, fu processato a Norimberga; riconosciuto colpevole per lo sfruttamento di manodopera in stato di schiavitù presso le industrie belliche tedesche, fu condannato a venti anni di reclusione, scontati nel carcere di Spandau.

  1. ^ Valentino Paolo, E l'architetto del diavolo sedusse Brandauer, su Corriere della Sera, 29 gennaio 1998, p. 31. URL consultato il 25 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2015).
  2. ^ Egli era stato indicato come ministro degli armamenti anche nell'organigramma di governo stilato dai congiurati antinazisti dell'Operazione Valkiria, responsabili dell'attentato a Hitler del 20 luglio 1944.