L'alfabeto ebraico (Ebraico: הכתב העברי הקדום) è il sistema di scrittura Biblica in uso nei regni di Israele e di Giuda. La presenza della lingua ebraica è attestata sin dal X secolo a.C. Prima di questo periodo l'ebraico, il fenicio e gli altri dialetti cananei erano in larga misura indistinguibili.[1][2] L'alfabeto paleo-ebraico è un abjad di 22 lettere consonantiche derivato dall'alfabeto proto-sinaitico, che era in uso durante la tarda età del bronzo. Il conio del termine "Alfabeto paleo-ebraico" è da attribuire a Solomon Birnbaum.[3]
Le prime iscrizioni in ebraico a noi pervenute sono datate al X secolo a.C. A partire dal V secolo a.C., presso gli ebrei, questo alfabeto era stato in gran parte rimpiazzato dall'alfabeto aramaico (esso stesso derivato dall'alfabeto proto-sinaitico), nella versione usata nell'impero persiano. La variante quadrata, alla base dell'alfabeto ebraico moderno, si sviluppò a partire dall'alfabeto aramaico intorno al III secolo (nonostante per la forma di alcune lettere non esistesse uno standard fino al I secolo a.C.). Al contrario l'alfabeto samaritano è un discendente diretto dell'alfabeto ebraico. Inoltre, in certi contesti religiosi (in particolare in alcune sezioni dei manoscritti del mar morto), l'uso dell’ebraico biblico è attestato fino al I secolo a.C.