L'aliante è un'aerodina, cioè un aeromobile più pesante dell'aria, che si sostiene in volo grazie alla reazione dinamica dell'aria contro le superfici alari e il cui volo libero non dipende da un motore.[1] Alcuni alianti, noti come motoalianti sono utilizzati per il volo libero, ma hanno dei motori che possono, in alcuni casi, essere utilizzati per il decollo o per estendere il volo. Gli alianti vengono usati principalmente a scopo sportivo, ma hanno avuto anche utilizzi militari e per la ricerca scientifica.
Gli alianti sportivi sono progettati per avere la minore resistenza aerodinamica possibile a parità di portanza e ciò viene ottenuto con ali ad alto valore di allungamento e cabine di pilotaggio strette e completamente carenate. Questi accorgimenti progettuali consentono di ottenere i più alti valori di efficienza aerodinamica tra gli aeromobili e di veleggiare per lunghe distanze e alte velocità, pur con piccole perdite di quota. Questa caratteristica è alla base della differenza tra alianti veleggiatori e libratori. Questi ultimi, infatti, hanno una modesta efficienza aerodinamica e non sono quindi in grado di effettuare lunghi voli liberi.
Dal punto di vista della classificazione in base agli organi sostentatori, raramente l'aliante viene fatto rientrare nella definizione di velivolo, ovvero un'aerodina a superficie alare fissa e sistema di propulsione propria, ciò è confermato dal punto di vista normativo dove vengono considerati velivoli solo l'aeroplano, l'idrovolante e l'anfibio.
Gli alianti si dividono a loro volta in libratori e veleggiatori. I primi alianti costruiti nella storia erano dei libratori. Dotati di una struttura più robusta dei moderni veleggiatori, erano in grado solo di planare e non erano pensati per guadagnare quota sfruttando le correnti ascensionali.
Il primo libratore italiano fu pilotato dal capitano Aldo Bellò il 4 agosto 1933 sulla cima del Monte Grappa alla presenza del generale Gaetano Giardino, maresciallo d'Italia.