Archivio di Stato di Torino | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Torino |
Indirizzo | Piazza Castello, 209, - Torino |
Sede | Edificio dell'Archivio di Stato di Torino |
Dati generali | |
Tipologia funzionale | archivio di Stato italiano |
Caratteristiche | |
SAN | scheda SAN |
Sito web ufficiale | |
Archivio di Stato di Torino | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Località | Torino |
Indirizzo | Piazza Castello |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | dal 1731 al 1733 |
Stile | barocco |
Uso | sede dell'Archivio di Stato di Torino |
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Archivio di Stato di Torino | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Architettonico |
Criterio | C (I) (II) (IV) (V) |
Pericolo | Nessuna indicazione |
Riconosciuto dal | 1997 |
Scheda UNESCO | (EN) Residences of the Royal House of Savoy (FR) Scheda |
L'Archivio di Stato di Torino raccoglie il complesso dei documenti dei membri di casa Savoia, cui nel tempo si sono andati a sommare archivi di famiglie e personalità illustri, archivi di associazioni, di industrie e la documentazione amministrativa prodotta dal Regno di Sardegna e dagli Uffici periferici dello Stato italiano in Provincia di Torino. Questo importante patrimonio, custodito su circa 83 km lineari di scaffalature, rende l'Archivio una ricchissima miniera di informazioni che permettono, agli storici e non solo, di spaziare su 1300 anni di storia del Piemonte, dell'Italia e dell'Europa.
L'Archivio di Stato di Torino riveste una notevole importanza non solo per la documentazione conservata, ma anche per le motivazioni che portarono alla costruzione di una delle sue attuali sedi. L'edificio ospitante la Sezione Corte dell'Archivio venne infatti progettato e realizzato da Filippo Juvara tra il 1731 e il 1733 per rispondere all'esigenza di accentramento amministrativo tipica di una monarchia assoluta qual era quella sabauda, e rappresenta l'unico caso attualmente conosciuto in Europa di edificio appositamente costruito dal principio a uso di archivio.[1] Proprio in quanto sintesi architettonica di questa rigida politica, la sede della Sezione Corte è stata inclusa dall'UNESCO nel sistema delle Residenze Sabaude – anch'esse testimonianza tangibile del controllo esercitato dalla dinastia sul territorio – e come tale riconosciuta Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1997.