Assedio di Platea parte della Guerra del Peloponneso | |||
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Data | 429-427 a.C. | ||
Luogo | Platea, tra la Beozia e l'Attica | ||
Esito | Vittoria peloponnesiaca | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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L'assedio di Platea fu un attacco che ebbe luogo nel 429-427 a.C., al principio della guerra del Peloponneso. Esso fu la conseguenza d'un attacco fallito dei Tebani alla polis di Platea, alleata di Atene, al confine tra la Beozia e l'Attica nel 431 a.C., poco dopo la battaglia di Potidea. Nel 429 a.C., gli Spartani alleati dei Tebani, al comando del re Archidamo II (r. 476-423 a.C.), assediarono la città. Lasciati senza l'aiuto di Atene, i Plateesi si arresero nel 427 a.C., confidando invano nella pietà dei nemici, in quanto furono decimati.[2]
Platea fu consegnata dagli Spartani ai Tebani, che la rasero al suolo. La città venne ricostruita sino al 338 a.C. per opera di Filippo II di Macedonia (r. 360-336 a.C.).
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