Nella storia dell'astronomia, l'astronomia islamica, o astronomia araba, è il complesso delle scienze astronomiche sviluppatesi in seno al mondo islamico, particolarmente durante l'età d'oro islamica (VIII-XIII secolo),[1] le cui conoscenze sono state tramandate utilizzando principalmente la lingua araba. Questo sviluppo è avvenuto soprattutto nel Medio Oriente, in Asia centrale, in al-Andalus, in Nord Africa e, successivamente, in Cina e India.
Questo sviluppo ha accompagnato quello delle altre scienze islamiche, che hanno assimilato materiali stranieri, integrando elementi anche disparati in un nuovo complesso con caratteristiche islamiche: tra questi vi erano, in particolare, i lavori dell'astronomia sasanide, dell'astronomia greco-ellenistica e dell'astronomia indiana, che furono tradotti e sviluppati.[2]
A sua volta, l'astronomia islamica ha avuto una significativa influenza su quella indiana,[3] su quella bizantina,[4] e sull'astronomia medievale europea,[5] così come su quella cinese.[6]
Un buon numero di stelle nel cielo, come Aldebaran e Altair,[7] e termini astronomici quali alidada, azimut e almucantarat, attualmente utilizzati, rivelano la loro origine araba.[8] Sopravvive oggi un vasto corpus di letteratura astronomica islamica, composto da circa 10.000 manoscritti sparsi in tutto il mondo, molti dei quali non sono stati ancora letti o catalogati.
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