Asty o astu (in greco antico: ἄστυ?, pronuncia: [ásty]) è il termine utilizzato in genere per indicare la parte bassa delle polis dell'antica Grecia,[1] in cui risiedevano le classi sociali inferiori (artigiani e commercianti).
L'asty si contrapponeva all'acropoli, parte più alta e difesa da mura, centro religioso e amministrativo della città. Se, infatti, inizialmente le polis greche erano strutturate in forma di "città-acropoli"—ovvero organizzate interamente entro zone rialzate rispetto al territorio circostante—da un certo punto in avanti questi centri abitati iniziarono ad espandersi fino ai piedi dei rispettivi colli.[2] L'asty era dunque il vero fulcro della polis, dove il popolo svolgeva la sua vita quotidiana:[2] al centro vi era, infatti, l'agorà, la piazza principale dove aveva luogo il mercato; più fuori ancora, vi era la chora, il territorio circostante alla polis, dove venivano coltivate le terre.[1]
"Asty" era anche il nome della regione più urbanizzata dell'Attica, cioè i dintorni di Atene, anche se spesso si trattava comunque di zone rurali.[3] Dopo la riforma di Clistene venne assegnata ad ognuna delle dieci tribù una trittia della Mesogea, una della Paralia e una dell'asty.[3]
In epoca classica le dieci trittie dell'asty comprendevano circa 42 demi, che fornivano circa 130 dei 500 buleuti.[3]