Avatara

Il daśāvatāra, ovvero i dieci avatara di Visnù in un dipinto di Raja Ravi Varma (1848–1906).

Avatara[1] (AFI: /avaˈtara/; dal sanscrito अवतार, avatāra, AFI: [ɐʋɐtaːrɐ]; a volte adattato, sul modello di inglese e francese, come avatar, /avaˈtar/[1][2]), in numerose teologie indù, è l'apparizione o la discesa sulla terra della divinità avente lo scopo di ristabilire o tutelare il dharma.

Tale termine è collegato al verbo avatṝ (di genere parasamaipadam, attivo, di 1ª classe), con il significato di "discendere in" (accusativo o locativo) oppure "discendere da" (ablativo) ancora "arrivare a" (accusativo) o "essere al posto giusto", "essere adatto" e infine "incarnarsi" (nel caso di una divinità).

La nozione religiosa di "avatara", ovvero la "discesa sulla terra della divinità" compare in India tra il III e il II secolo a.C., nella Bhagavadgītā quando Visnù, qui inteso come il Bhagavat, Dio, la Persona suprema, esprime l'intenzione di assumere diverse forme[3] al fine di restaurare l'ordine cosmico (Ṛta/Dharma).

(SA)

«yadā yadā hi dharmasya glānir bhavati bhārata abhyutthānam adharmasya tadātmānaṃ sṛjāmy aham paritrāṇāya sādhūnāṃ vināśāya ca duṣkṛtām dharmasaṃsthāpanārthāya saṃbhavāmi yuge yuge»

(IT)

«Così ogni volta che l'ordine (Dharma) viene a mancare e il disordine avanza, io stesso produco me stesso, per proteggere i buoni e distruggere i malvagi, per ristabilire l'ordine, di era in era, io nasco.»

Da tener presente che nelle correnti induiste che vanno sotto il nome di kṛṣṇaismo[4] è Kṛṣṇa ad essere considerato Dio, l'Essere supremo stesso, e fonte degli altri avatara e non semplicemente una manifestazione o un avatara per quanto completo di Visnù[5], il quale, di converso è visto come una manifestazione minore di Kṛṣṇa[6].

  1. ^ a b Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "avatāra", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  2. ^ Luciano Canepari, avatar, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
  3. ^ Kinsley, p. 707.
    «The avatāra idea in Hinduism is associated primarily with the god Viṣṇu. One of the earliest references to the idea is found in the Bhagavadgītā (c. 200 BCE), where we find a concise statement concerning Viṣṇu's primary intention in assuming different forms»
    .
  4. ^ Come fa notare Friedhelem E. Hardy è improprio sovrapporre tout court il kṛṣṇaismo con il vaisnavismo (o visnuismo):

    «The concept "Vaiṣṇavism" has tended to subsume all Kṛṣṇaite phenomena and has thus proved to be far too wide.»

    I tre sampradāya propri del kṛṣṇaismo sono quelli fondati da Nimbārka (XIII secolo), Caitanya (XV secolo) e Vallabha (XV secolo).

  5. ^ Flood, p. 163.
    «Per alcuni vaiṣṇava, come gli śrī-vaiṣṇava, Kṛṣṇa è un'incarnazione di Viṣṇu, e gli è dunque subordinato; per altri come i gauḍīya-vaiṣṇava, Kṛṣṇa stesso è la divinità suprema.»
  6. ^ Così il Bhāgavata Purāṇa (testo kṛṣṇaita del IX secolo d.C.):
    (SA)

    «kṛṣṇas tu bhāgavan svayam»

    (IT)

    «Kṛṣṇa è l'Essere supremo stesso»