Bauscia (in italiano /baˈuʃʃa/; in lombardo /baˈyʃa/,[1] spesso reso baüscia) è un vocabolo dialettale utilizzato nel XX secolo nella zona della Brianza, in particolar modo a Lissone (città storica del mobile e dell'arredamento), per indicare le persone che, in cambio di ricompense in denaro, aiutavano i forestieri nella ricerca di botteghe e artigiani. I baüscia erano soliti disporsi ai confini della città per poter abbordare i turisti e far loro da cicerone, in alcuni casi accompagnandoli direttamente.
È inoltre un vocabolo dialettale, attestato in area lombarda, con cui si designa una persona che si dà delle arie, uno sbruffone, un fanfarone. A volte si trova anche nelle varianti ‘’bascia’’ e ‘’basia’’. Letteralmente significa saliva, bavetta o in base alle aeree geografiche anche ‘’sputo’’.[2][3]
Baüscia indica in senso ironico anche una tipologia di piccolo imprenditore poco aperto alle innovazioni, egocentrico, che non ama collaborare o condividere decisioni. Tipicamente, è un soggetto che vuole decidere e intervenire anche nelle aree aziendali di cui non ha competenza. La trasformazione in baüscia avviene soprattutto quando la piccola impresa ha una crescita e assume una dimensione industriale, necessitando così di diversificare e diramare i processi produttivi.