Bellizzi Irpino frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Avellino |
Comune | Avellino |
Territorio | |
Coordinate | 40°53′24.58″N 14°47′53.59″E |
Altitudine | 392 m s.l.m. |
Abitanti | 842 (censimento ISTAT 2001) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 83100 |
Prefisso | 0825 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cod. catastale | A753 |
Nome abitanti | bellizzani o bellizzesi |
Cartografia | |
Bellizzi Irpino è una frazione di Avellino di 842 abitanti[1], già comune autonomo fino al 1938.
È situata alla periferia meridionale di Avellino a 3 km dal centro cittadino, si posa su una collina ai piedi del monte Faliesi, a 392 m s.l.m., confina ad est con il comune di Aiello del Sabato, a sud con il comune di Contrada e a nord col Rione san Tommaso di Avellino. È raggiungibile attraverso la strada statale che collega Avellino a Salerno detta via dei Due Principati.
Anticamente denominato il Casale delle Bellezze, qui i Caracciolo ospitavano i cugini regnanti delle Due Sicilie che da Napoli venivano ad Avellino[2].
Piccolo villaggio abitato per lo più da contadini e mastri operai addetti all'edilizia, si reggeva su un'economia prevalentemente agricola, e malgrado ripetuti tentativi di accorpamento al comune capoluogo già avviati nel corso del XIX secolo, conservò la sua autonomia municipale fino al 1938. Con Regio Decreto del 12 luglio 1938, il comune di Bellizzi, che all'epoca contava 864 abitanti, risultante mancante "di mezzi per provvedere adeguatamente ai pubblici servizi" fu aggregato a quello di Avellino. A pagina 593 del Giornale degli economisti e annali di economia, Volume 53 del 1938, veniva indicato, con la sua superficie di tre ettari, come il comune più piccolo d'Italia. Con la nascita delle circoscrizioni previste dalla legge 278/1976 fu inserito nella VII Circoscrizione della città di Avellino, insieme alle limitrofe contrade S.Oronzo e Cretazzo.
Nei pressi della frazione è posto il penitenziario di Avellino, un carcere di massima sicurezza[3].
Via Giancola è la stradina principale di Bellizzi Irpino, dove tra l'altro c'è l'ex municipio (poi sede della circoscrizione) e la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli[4]. Di fronte alla Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli si trova la Chiesa del Purgatorio, sede dell'omonima Confraternita fondata l'8 dicembre 1865 dal fervore religioso di 18 confratelli e consorelle. Il nome "Anime del Purgatorio" nasceva dall'abitudine, diffusa tra alcuni confratelli, di lasciare, dopo la morte, consistenti lasciti perché la Congrega pregasse per le loro anime, così da garantire loro l'accesso al Paradiso. L'assoluta mancanza nel corso del Medio Evo di qualsiasi forma di assistenza pubblica e delle più elementari garanzie specialmente per la parte più disagiata delle collettività, in gran parte perdurata fino a tempi abbastanza recenti, ed al tempo stesso il bisogno di ben operare per amore e timore di Dio, furono le principali motivazioni che indussero i cristiani ad associarsi per aiutarsi reciprocamente.[5].
Nella zona superiore di Bellizzi sono situati dei prefabbricati atti ad ospitare gli sfollati del terremoto dell'Irpinia del 1980, tuttora sono abitati.
La frazione è circondata da noccioleti, su cui si basa l'agricoltura della zona.
Le tradizioni folkloristiche di questo paesino sono legate al Palio della botte[6], di cui Bellizzi si aggiudicò la competizione inaugurale del 1998, ( con il nome storico di "Bellezze". Altri successi sono stati conseguiti negli anni 2000, 2010, 2013, 2014, 2016 e 2018, detenendo insieme alla Contrada Tuoppolo, il record di 7 vittorie) e, soprattutto alla rappresentazione carnevalesca Zeza, nonché alla processione in onore di Santa Maria di Costantinopoli, tenuta la prima domenica di Settembre, durante la quale la statua della Madonna è portata a spalla lungo il paese.
La Zeza di Bellizzi nel 2012 ha compiuto 400 anni. A differenze delle Zeze diffuse nella provincia di Avellino, quella di Bellizzi ha due particolarità: innanzitutto è l'unico gruppo folk della città capoluogo ed inoltre, almeno a detta di Roberto De Simone, antropologo e studioso delle tradizioni popolari, è la depositaria del testo più autentico all'originale francese, risalente al XVI secolo. Roberto De Simone si ispirò proprio alla Zeza di Bellizzi per scrivere la sua 'Gatta Cenerentola'. I figuranti, come da tradizione, sono solo maschi. Le donne collaborano alla preparazione dei tradizionali abiti.
Alle tradizioni bellizzane appartiene anche la scampagnata "fuori porta", che si tiene nel giorno di Pasquetta, presso la località San Raffaele, nel comune di Aiello del Sabato, presso i giardini e il tempietto, al Santo dedicato, della villa Cerullo.
Nel 1956 la S.F.I. (Società Filoviaria Irpina) collegò la frazione di Bellizzi Irpino al centro del comune capoluogo istituendo la sua terza autolinea filoviaria. I filobus rimasero funzionanti fino al novembre 1973, quando furono sostituiti dagli autobus urbani.[7].
Nel mese di gennaio 2014 hanno avuto inizio i lavori di ristrutturazione della Piazza centrale della frazione, Piazza Napoli (già Piazza Roma), sede del palazzo scolastico. Nel 1931 l'allora podestà Evaristo Cerullo aveva dotato la piazza di un monumento funebre dedicato alla memoria di Arnaldo Mussolini, successivamente rimosso.
L'aria salubre della collina su cui sorge Bellizzi Irpino, ricordata (aria buona) a pag.142 della Istorica descrizione del Regno di Napoli (1823, Giuseppe Maria Alfano) nonché la sua posizione soleggiata, ne fecero sede, nel ventennio fascista, di una colonia elioterapica per bambini.