A partire dal 1650 a.C. circa, vasi di bronzo riccamente decorati furono depositati come corredo funerario nelle tombe dei reali e della nobiltà durante l'Età del bronzo cinese: le evidenze archeologiche arrivano sino ad oltre 200 pezzi in un'unica tomba reale. Venivano prodotti per un individuo o un gruppo sociale per essere utilizzati nelle libagioni agli antenati e ad altre divinità o spiriti presso i templi di famiglia o le sale funerarie cerimoniali, i.e. per il banchetto funebre che riuniva la famiglia, viva o morta che fosse. I dettagli di queste cerimonie ci sono pervenuti dai primi documenti scritti cinesi. Alla morte del proprietario di un bronzo rituale, questo veniva deposto nella sua tomba come strumento esoterico per omaggiare il defunto nell'aldilà. Altri esemplari di bronzi furono invece espressamente realizzati per il corredo funebre ed in questa veste sono giunti sino a noi.[2][3]
Probabilmente, questi bronzi rituali cinesi non venivano usati per mangiare e bere, rappresentando versioni più grandi ed elaborate dei tipi realmente utilizzati a questo scopo, oltreché manufatti con materiali preziosi. Molte delle forme passarono anche nella ceramica cinese che le conserva e riproduce ancora oggi con chiaro intento antiquario. Oltre ai vasi, anche le armi ed alcuni altri oggetti venivano realizzati in speciali forme rituali. Un'altra classe di oggetti rituali, probabilmente la più apprezzata di tutte, comprendenti anche le armi, era quella realizzata in giada, utilizzata per strumenti e armi rituali fin dal 4500 a.C.[3] Nel loro insieme, il bronzo e la giada furono sempre preferiti dai cinesi quali medium rituali rispetto ai per loro più grezzi ferro e pietra.[2][4]
Almeno inizialmente, la produzione del bronzo in Cina fu con buona probabilità controllata dal sovrano che donava il metallo informe ai suoi nobili quale segno di favore.[5][6] La tecnologia della produzione del bronzo fu descritta nell'opera miscellanea 考工記T, 考工记S, Kao Gong JiP, lett. "Registrazione di una recensione di [varie] opere", compilato tra il V e il III secolo a.C.[6]
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