Il calendario persiano, noto anche come calendario di Jalāl (jalāli) o calendario iraniano, è un calendario solare utilizzato correntemente in Iran e in Afghanistan. Esso stabilisce quali sono gli anni bisestili non mediante una regola numerica, ma sulla base dell'osservazione dell'equinozio di primavera.
Questo calendario, poco noto nel mondo occidentale, è il più accurato fra quelli di largo uso: mentre il calendario gregoriano presenta un errore di un giorno ogni 3.226 anni, il calendario persiano necessita una correzione ogni 141.000 anni. Esso infatti individua gli anni bisestili (anni di 366 giorni) con un sofisticato procedimento di intercalazione; inoltre fissa l'inizio dell'anno in un fenomeno naturale, il verificarsi dell'equinozio di primavera da osservare di anno in anno con rilevamenti astronomici.
In tutta la storia della cultura persiana si è data grande importanza all'adozione di un calendario accurato. I persiani furono tra i primi popoli ad adottare un calendario solare e hanno preferito il ciclo solare al ciclo lunare. Questo atteggiamento si accorda con il grande significato simbolico attribuito al sole nella cultura persiana e successivamente iraniana.
Il calendario persiano fu definito come revisione di un sistema precedente molto antico verso la fine dell'XI secolo da una commissione di scienziati della quale faceva parte Omar Khayyam, cioè uno dei maggiori matematici e astronomi del suo tempo (oltre che poeta). La ricalibratura venne effettuata durante il regno di Jalāl ad-Din Malik Shah Seljuqi, uno dei sultani selgiuchidi e in suo onore venne chiamato anche calendario di Jalāl,
Il calendario persiano venne reintrodotto in Persia nel 1922 in seguito agli sforzi del patriota iraniano Kay Khosrow Shah Ruh. L'Afghanistan ha adottato questo calendario nel 1957, ma servendosi della lingua araba invece che della persiana per denotare i mesi mediante i segni dello zodiaco.