Il campo visivo in medicina rappresenta l'area campimetrica di ciò che è visibile dall'apparato visivo del soggetto esaminato, quando fissa un punto centrale di riferimento, disposto dal medico. Normalmente, viene misurato per un occhio alla volta, come ampiezza in gradi angolari orizzontali (h) e verticali (v), e rispetto al punto centrale di riferimento visivo (fovea), eseguendo la cosiddetta perimetria (oggi computerizzata), tramite strumentazioni oftalmiche, per valutare eventuali difformità. In misura approssimata, il test campometrico consente anche di valutare eventuali limiti retinici o lesioni cerebrali o eventuali danni dell'apparato visivo.[1]