Caracalla

Caracalla
(Marco Aurelio Antonino)
Imperatore romano
Busto di Caracalla
Nome originaleLucius Septimius Bassianus (alla nascita)
Marcus Aurelius Antoninus Caesar (dal 195 al 198)
Caesar Marcus Aurelius Antoninus Augustus (dopo l'associazione al padre)
Caesar Marcus Aurelius Severus Antoninus Pius Augustus[1]
(dopo l'ascesa al potere imperiale)[2]
Regno198 (fino al 209 con Settimio Severo; poi dal 209 al 4 febbraio 211 con Severo e Geta; dal 4 febbraio al dicembre 211 con Geta) –
8 aprile 217 (da solo)
Tribunicia potestas20 anni: la prima volta quando fu fatto Augusto dal padre nel 28 gennaio del 198 e poi rinnovatagli ogni anno il 10 dicembre
Cognomina ex virtuteParthicus maximus (198),[3][4]
Sarmaticus maximus[3][4] (tra 200 e 208);
Germanicus maximus II (tra 200 e 208;[3][5] nel 213[6]),
Britannicus maximus (210),[7]
Alamannicus (213)
TitoliAugustus dal 198, Pius nel 198, Pater Patriae nel 199, Pius Felix nel 200
Salutatio imperatoria3 volte: la prima quando fu fatto Augusto dal padre nel 198, la 2ª nel 207 e la 3ª nel 213
Nascita4 aprile 188
Lugdunum
Morte8 aprile 217 (29 anni)
Carre
SepolturaCastel Sant'Angelo
PredecessoreSettimio Severo
SuccessoreMacrino
ConsorteFulvia Plautilla (202-212)
DinastiaSeveriana
PadreSettimio Severo
MadreGiulia Domna
Consolato4 volte: nel 202 (I), 205 (II), 208 (III) e 213 (IV)
Pontificato maxnel 211

Marco Aurelio Severo Antonino Pio Augusto (in latino Marcus Aurelius Severus Antoninus Pius Augustus; Lugdunum, 4 aprile 188Carre, 8 aprile 217), nato Lucio Settimio Bassiano (in latino Lucius Septimius Bassianus), conosciuto anche con il nome onorifico di Marco Aurelio Antonino Augusto (in latino Marcus Aurelius Antoninus Augustus) dal 198 al 211 ma meglio noto con il soprannome di Caracalla, dal nome del mantello gallico che usava indossare, è stato un imperatore romano (appartenente alla dinastia dei Severi) che regnò dal 211 al 217, anno della sua morte.

Importante provvedimento preso durante il suo regno fu l'emanazione dell'editto noto come Constitutio Antoniniana, che concedeva la cittadinanza a tutti gli abitanti dell'Impero di condizione libera. L'estensione della cittadinanza fu una spinta importante all'uniformazione delle amministrazioni cittadine: spariva la gerarchia fra le città e ormai la differenza fra i sudditi dell'Impero non era più sul piano della cittadinanza, ma sul piano del godimento dei diritti civili, fra honestiores e humiliores.

Aspirando alla gloria militare Caracalla sfruttò la propaganda imperiale per far passare per grandi vittorie le battaglie contro le popolazioni germaniche dei Catti e degli Alamanni, che si erano concluse in realtà con trattative diplomatiche. Per mantenere l'appoggio dell'esercito innalzò ancora i compensi ai soldati e a questo scopo aumentò le imposte e proseguì nella politica di svalutazione della moneta inaugurata dal padre. La sua ambizione fu quella di emulare Alessandro Magno e per questo avviò una nuova campagna contro i Parti. Durante la preparazione della guerra in Oriente nel 217 Caracalla cadde vittima di una congiura ordita dal prefetto del pretorio, Opellio Macrino, che si fece proclamare imperatore e trattò la pace con i Parti.

  1. ^ CIL VIII, 7001 (p 1847).
  2. ^ Samra 66; Samra 68; Samra 69 e Samra 71.
  3. ^ a b c AE 1986, 730.
  4. ^ a b Historia AugustaGeta, 6.6.
  5. ^ AE 1914, 289.
  6. ^ AE 1959, 327.
  7. ^ AE 1925, 124.