Carlo Alberto dalla Chiesa | |
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Carlo Alberto dalla Chiesa ritratto in divisa da generale di divisione | |
Prefetto di Palermo | |
Durata mandato | 30 aprile 1982 – 3 settembre 1982 |
Predecessore | Giuseppe Giuffrida |
Successore | Emanuele De Francesco |
Vice comandante generale dell'Arma dei Carabinieri | |
Durata mandato | 16 dicembre 1981 – 5 maggio 1982 |
Vice di | Lorenzo Valditara |
Predecessore | Vito De Sanctis |
Successore | Pietro Lorenzoni |
Dati generali | |
Università | Università degli Studi di Bari Aldo Moro |
Professione | Militare |
Carlo Alberto dalla Chiesa | |
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Carlo Alberto dalla Chiesa, in divisa da Generale di brigata, durante il periodo a Torino | |
Nascita | Saluzzo, 27 settembre 1920 |
Morte | Palermo, 3 settembre 1982 |
Cause della morte | attentato da parte di Cosa nostra |
Luogo di sepoltura | Cimitero della Villetta, Parma |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia Repubblica italiana |
Forza armata | Regio Esercito Esercito Italiano |
Arma | Fanteria Carabinieri |
Anni di servizio | 1941–1982 |
Grado | Generale di corpo d'armata |
Guerre | Seconda guerra mondiale Conflitto siciliano |
Campagne | Fronte jugoslavo Campagna d'Italia |
Comandante di | Vice-comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Legione carabinieri Sicilia Nucleo speciale di polizia giudiziaria 1ª Brigata CC 1ª Divisione CC "Pastrengo" |
Decorazioni | Grande ufficiale dell'Ordine militare d'Italia |
Studi militari | Laurea in Giurisprudenza Laurea in Scienze Politiche |
Altre cariche | Prefetto di Palermo |
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Carlo Alberto dalla Chiesa[1][2][3] (Saluzzo, 27 settembre 1920 – Palermo, 3 settembre 1982) è stato un generale e prefetto italiano.[4]
Figlio di un generale dei Carabinieri, Romano dalla Chiesa, originario di Parma, e di Maria Laura Bergonzi, originaria di Piacenza,[5] entrò nell'Arma durante la seconda guerra mondiale e partecipò alla Resistenza. Dopo la guerra combatté il banditismo prima in Campania e successivamente in Sicilia; dopo vari periodi a Firenze, Como, Roma e Milano, tra il 1966 e il 1973 fu nuovamente in Sicilia dove, con il grado di colonnello, comandante della Legione Carabinieri di Palermo, indagò su Cosa nostra.[6] Divenuto generale di brigata a Torino dal 1973 al 1977, fu protagonista della lotta contro le Brigate Rosse; su sua proposta venne creato il "Nucleo Speciale Antiterrorismo"[7] attivo tra il 1974 e il 1976. Promosso generale di divisione, fu nominato nel 1978 coordinatore delle forze di polizia e degli agenti informativi per la lotta contro il terrorismo, con poteri speciali. Dal 1979 al 1981 comandò la Divisione Pastrengo a Milano, competente per tutto il nord Italia; tra il 1981 e il 1982 fu vicecomandante generale dell'Arma con il grado di Generale di corpo d'armata.[6][8]
Nel 1982 venne nominato anche prefetto di Palermo con l'incarico di contrastare Cosa nostra così come aveva fatto nella lotta al terrorismo. Nel capoluogo siciliano fu ucciso pochi mesi dopo il suo insediamento, nella strage di via Carini in cui perirono anche la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo.[8] Fu insignito di medaglia d'oro al valore civile alla memoria; la salma è attualmente tumulata nel cimitero della Villetta a Parma.