La cartapesta è una tecnica povera che utilizza carta di giornali e di quotidiani.
Si prepara utilizzando prevalentemente carta e stracci intrisi di un materiale legante, come oggi la colla vinilica (anticamente, invece, colla di farina o altro collante), che però viene utilizzato in modo moderato per motivi tecnici e lavorativi. Dal modellato plastico argilloso si ricava il calco in gesso, un negativo dell'immagine tridimensionale per pestare la carta e farle assumere la forma del modellato argilloso lavorato in precedenza.
Esistono varie tecniche di lavorazione della cartapesta: riduzione della carta in stralci da pestare con colla oppure di carta in poltiglia mescolata anch'essa con colla.
Per gli oggetti piccoli, come maschere o simili, è meglio utilizzare della carta riciclata di stracci azzurra o carta da pane, reperibile nei negozi d'arte e nelle cartolerie, imbevuta di colla da parati preparata con acqua. I realizzatori di carri di carnevale, invece, usano la tecnica della carta da calco, che permette realizzazioni di grandi dimensioni. Il primo ad utilizzare questa tecnica è stato il carrista e pittore Antonio "Tono" D'Arliano che, per l'edizione 1925 del Carnevale di Viareggio, realizzò il carro "I tre cavalieri del Carnevale" sfruttando proprio le caratteristiche della carta a calco. Una novità che poi fu mutuata già a partire dall'anno seguente da gran parte dei costruttori del Carnevale di Viareggio. [1]
I maestri di questa tecnica sono i carristi dei famosi Carnevale di Massafra, Carnevale di Foiano, Carnevale di Viareggio, Carnevale di Acireale, Carnevale di Sciacca, Carnevale di Putignano, Carnevale di Larino, Carnevale dei ragazzi di Sant'Eraclio e i cartapestai della Festa dei Gigli di Nola e dei giocattoli (cavallini irti e a dondolo) e maschere, fabbrica del primo '900 siciliano del maestro Francesco Lombardo, nativo e creativo di Palazzolo Acreide (SR). Le opere dell'artista sono oggi conservate al Museo Francesco Lombardo di Giuseppe di Floridia (SR) e dichiarate dall'Assessorato dei Beni culturali e dell'identità siciliana "Beni Demoetnoantropologici Materiali" di interesse culturale.
La cartapesta, una volta essiccata, diventa molto leggera e viene anche utilizzata in vari modi creativi, invece con la poltiglia di carta e colla si possono realizzare burattini e statuette, famose nell'arte napoletana e leccese[2].
Una delle applicazioni più singolari della cartapesta nel mondo d'oggi è avvenuta in occasione del Disastro di Fukushima, a seguito del maremoto del 2011, durante il tentativo di tappare una falla nel reattore n. 2 della centrale nucleare danneggiata di Fukushima in Giappone: i tecnici della "Tepco", gestore dell'impianto, dopo l'utilizzo inefficace di calcestruzzo, hanno versato 8 kg di polimeri, 60 kg di segatura e 3 sacchi di giornali sminuzzati nel pozzo di sfogo collegato all'edificio delle turbine, pur di chiudere la crepa di 20 centimetri, limitare la fuoriuscita di radiazioni e il disastro ambientale[3]