Cellula della glia

Cellula della glia
Localizzazione anatomicaSistema nervoso
Identificatori
MeSHNeuroglia
A08.637 e A11.650
TAA14.0.00.005
FMA54541 e 54536
TIH2.00.06.2.00001

Con il termine glia, o più comunemente neuroglia, si tende a definire un gruppo eterogeneo di cellule non neuronali facenti parte del sistema nervoso centrale (SNC) e periferico (SNP). Le cellule gliali facenti parte del SNC vengono grossolanamente classificate in base alla loro origine embriologica in macroglia, comprendente astrociti, oligodendrociti e cellule NG-2, tutte accomunate da origine ectodermica, e microglia, cellula mieloide di origine mesodermica. Le cellule gliali facenti parti del SNP vengono invece per lo più classificate in base alla loro localizzazione e comprendono cellule di Schwann (associate a nervi periferici), olfactory ensheathing cells (OECs, associate al nervo olfattivo), glia enterica (associata al sistema nervoso enterico) e cellule di Müller (associate alla retina).

Nonostante la complessità classificatoria (non esaurita dal presente elenco) queste cellule hanno mantenuto la denominazione comune di "glia" sia per ragioni storiche, sia perché, a differenza dei neuroni specializzati nella generazione e conduzione di impulsi nervosi, svolgono tutte nel loro complesso funzioni relative al mantenimento dell'omeostasi del sistema nervoso[1][2][3]. Hanno infatti funzione nutritiva e di sostegno metabolico per i neuroni, assicurano l'isolamento dei tessuti nervosi e svolgono funzioni immunitarie. Per oltre un secolo, si credeva che non avessero alcun ruolo nella trasmissione dei segnali elettrici; recenti studi hanno screditato questa teoria[4], anche se il loro meccanismo di funzionamento non è stato ancora ben compreso.[4][5][6]

Sebbene storicamente ritenute numericamente superiori rispetto ai neuroni, studi recenti lasciano pensare che queste cellule rappresentino circa metà del volume del cervello nell'uomo. Tale stima non è, naturalmente, generalizzabile poiché è stato dimostrato che il rapporto glia/neuroni è soggetto ad ampia variabilità interspecifica (cioè considerando la posizione della specie lungo l'albero filogenetico) e a seconda delle aree del sistema nervoso considerate[7][8].

A differenza dei neuroni, classico esempio di cellula postmitotica, le cellule gliali mantengono la capacità di dividersi per mitosi, funzione essenziale soprattutto a garantire funzioni di riparazione del tessuto nervoso danneggiato.

  1. ^ (EN) Alexandr Chvátal e Alexei Verkhratsky, An Early History of Neuroglial Research: Personalities, in Neuroglia, vol. 1, n. 1, 2018-09, pp. 245–257, DOI:10.3390/neuroglia1010016. URL consultato il 14 agosto 2023.
  2. ^ (EN) Alexei Verkhratsky, Margaret S. Ho e Robert Zorec, The Concept of Neuroglia, collana Advances in Experimental Medicine and Biology, Springer, 2019, pp. 1–13, DOI:10.1007/978-981-13-9913-8_1, ISBN 978-981-13-9913-8. URL consultato il 14 agosto 2023.
  3. ^ (EN) Nelli Blank, Marina Mayer e Elvira Mass, Chapter One - The development and physiological and pathophysiological functions of resident macrophages and glial cells, vol. 151, Academic Press, 1º gennaio 2021, pp. 1–47. URL consultato il 14 agosto 2023.
  4. ^ a b Swaminathan, Nikhil, Glia—the other brain cells, in Discover, Jan-Feb 2011.
  5. ^ A.V. Gourine, V. Kasymov e N. Marina et al., Astrocytes control breathing through pH-dependent release of ATP, in Science, vol. 329, n. 5991, 15 luglio 2010, pp. 571–575, DOI:10.1126/science.1190721, PMID 20647426.
  6. ^ H. Wolosker, E. Dumin, L. Balan e V.N. Foltyn, Amino acids in the brain: d-serine in neurotransmission and neurodegeneration, in FEBS Journal, vol. 275, n. 14, 28 giugno 2008, pp. 3514–3526, DOI:10.1111/j.1742-4658.2008.06515.x, PMID 18564180.
  7. ^ (EN) Alexei Verkhratsky e Arthur M. Butt, The History of the Decline and Fall of the Glial Numbers Legend, in Neuroglia, vol. 1, n. 1, 2018-09, pp. 188–192, DOI:10.3390/neuroglia1010013. URL consultato il 14 agosto 2023.
  8. ^ D. P. Pelvig, H. Pakkenberg e A. K. Stark, Neocortical glial cell numbers in human brains, in Neurobiology of Aging, vol. 29, n. 11, 1º novembre 2008, pp. 1754–1762, DOI:10.1016/j.neurobiolaging.2007.04.013. URL consultato il 14 agosto 2023.