Choloepus

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Bradipi didattili[1]
Bradipo didattilo, Choloepus didactylus
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdinePilosa
SottordineFolivora
FamigliaCholoepodidae
Delsuc et al., 2019[2]
GenereCholoepus
Illiger, 1811[1]
Specie
Areale
Areale del genere "Choloepus"

     C. didactylus

     C. hoffmanni

Choloepus è un genere di mammiferi xenarthri originari dell'America centrale e meridionale, che fanno parte della famiglia monotipica Choloepodidae, costituita dai bradipi didattili ("didattilo" deriva dal greco e significa "dalle due dita": in realtà due è il numero di unghie, poiché le dita sono tre).[2][3] Le due specie di Choloepus (il cui nome significa "piede zoppo"[4]) sono il bradipo didattilo di Linneo (Choloepus didactylus) ed il bradipo didattilo di Hoffmann (Choloepus hoffmanni). Entrambe le specie erano credute gli unici membri sopravvissuti dell'estinta famiglia di Megalonychidae[5], ma più recenti risultati molecolari hanno dimostrato che questi animali sono più vicini tassonomicamente agli estinti bradipi della famiglia Mylodontidae.[2][3]

  1. ^ a b (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Choloepus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ a b c F. Delsuc, M. Kuch, G. C. Gibb, E. Karpinski, D. Hackenberger, P. Szpak, J. G. Martínez, J. I. Mead e H. G. McDonald, Ancient Mitogenomes Reveal the Evolutionary History and Biogeography of Sloths, in Current Biology, vol. 29, n. 12, 2019, pp. 2031–2042.e6, DOI:10.1016/j.cub.2019.05.043, PMID 31178321.
  3. ^ a b S. Presslee, G. J. Slater, F. Pujos, A. M. Forasiepi, R. Fischer, K. Molloy, M. Mackie, J. V. Olsen e A. Kramarz, Palaeoproteomics resolves sloth relationships, in Nature Ecology & Evolution, vol. 3, n. 7, 2019, pp. 1121-1130, DOI:10.1038/s41559-019-0909-z, PMID 31171860.
  4. ^ Sloth-World.org (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2009).
  5. ^ Phil Myers, Family Megalonychidae: two-toed sloths, in Animal Diversity Web, University of Michigan, 2001. URL consultato l'11 marzo 2017 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2017).