La click chemistry, termine inglese che si può tradurre come "chimica a scatto", è una filosofia della chimica introdotta da Barry Sharpless nel 2001,[1] si riferisce alla possibilità di sintetizzare sostanze complesse in modo semplice e rapido, unendo molecole più piccole. Questo tipo di reattività si ispira alla natura, che operando per lo più in ambiente acquoso produce un'enorme varietà di molecole complesse a partire da poche molecole di base.
Nel 2022 Carolyn R. Bertozzi, Morten Meldal e K. Barry Sharpless hanno vinto il Premio Nobel per la chimica per i loro contributi inerenti alla click chemistry e alla chimica bioortogonale.[2]
Per fare parte della click chemistry, le reazioni devono (o dovrebbero idealmente):
- essere modulari e versatili
- dare rese molto elevate
- formare prodotti secondari inoffensivi
- essere stereospecifiche
- avere una forza trainante termodinamica elevata (>80 kJ/mol) per favorire una reazione rapida e completa verso un singolo prodotto di reazione. Si dice in questo caso che la reazione è "caricata a molla" (spring loaded) per formare il prodotto
- portare a prodotti stabili in condizioni fisiologiche
- essere efficienti dal punto di vista della economia atomica.
La procedura utilizzata deve (o dovrebbe idealmente)
- avvenire in condizioni blande
- utilizzare materiali e reagenti facilmente reperibili
- evitare l'utilizzo di solventi, o quanto meno richiedere solventi non dannosi e facilmente rimovibili, preferibilmente acqua
- portare a prodotti finali facilmente isolabili con metodi non cromatografici, tipo cristallizzazione e distillazione.