Columbia | |
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Il Columbia nei pressi di The Dalles | |
Stati | Canada Stati Uniti |
Suddivisioni | Columbia Britannica Washington Oregon |
Lunghezza | 1 954 km[1] |
Portata media | 7 500 m³/s[2][3] |
Bacino idrografico | 669 300 km²[1] |
Altitudine sorgente | 820 m s.l.m.[4] |
Altitudine foce | 0 m s.l.m. |
Nasce | Lago Columbia, Columbia Britannica 50°13′N 115°51′W |
Affluenti | di rilievo: Kootenay, Pend d'Oreille, Spokane, Snake, John Day, Deschutes, Willamette, Okanagan, Wenatchee, Yakima, Cowlitz |
Sfocia | Oceano Pacifico, Oregon 46°14′39″N 124°03′29″W |
Il fiume Columbia (in inglese Columbia River; in chinook Wimahl o Wimal; in sahaptin Nch’i-Wàna o Nchi wana; in sinixt swah'netk'qhu) è un corso d'acqua che scorre dal Canada agli Stati Uniti prima di sfociare nell'Oceano Pacifico.
Si tratta del maggiore fiume presente nella regione del Nord-ovest Pacifico del Nord America sia in termini di lunghezza totale sia per la dimensione del bacino idrografico o del flusso alla foce. Dalle sue sorgenti situate nelle Montagne Rocciose in Columbia Britannica, in Canada, supera in seguito il confine con gli USA nello Stato di Washington e poi dell'Oregon prima di sfociare nell'Oceano Pacifico vicino alla città di Astoria. Il fiume è ritenuto convenzionalmente lungo 2 000 km, anche se la lunghezza esatta è pari a 1 964 km e il suo principale affluente è lo Snake; il bacino è vasto circa 670 000 km², una cifra leggermente maggiore della dimensione dell'intera Francia, e si estende su sette Stati degli USA e una provincia canadese.
Il Columbia risulta il quarto fiume più grande degli Stati Uniti per volume e tra i fiumi del Nord America che sfociano nell'Oceano Pacifico con la portata più elevata. Proprio quest'ultima caratteristica, unita alla velocità della corrente, gli conferisce un enorme potenziale per la produzione di energia idroelettrica. Le quattordici dighe idroelettriche sul tratto principale del Columbia da sole soddisfano più fabbisogno di quanto possano convogliare altre strutture simili su un qualunque altro corso nordamericano.
Il Columbia e i suoi affluenti hanno corrisposto al centro della cultura e dell'economia della regione per migliaia di anni: utilizzati per i trasporti e come asse di comunicazione, essi collegavano i numerosi gruppi di amerindi residenti e nomadi nella regione. Il sistema fluviale supporta molte specie ittiche stagionali negli habitat di acqua dolce e salata dell'oceano Pacifico: questi pesci, in particolare i salmonidi, costituivano un alimento basilare nella dieta dei nativi americani e, per diversi secoli a venire, i commercianti di tutto il Nord America occidentale giungevano in zona per acquistarli o venderli.
Alla fine del XVIII secolo, la Columbia Rediviva, un'imbarcazione americana, fu la prima ad accedere alla foce del fiume dall'Oceano Pacifico e il suo comandante Robert Gray assegnò a quanto aveva scoperto il nome della sua nave. Più tardi, seguì l'esplorazione del britannico William Robert Broughton, che si fece strada nella Catena Costiera all'altezza della valle di Willamette. Nei decenni successivi, le società commerciali dedite alla vendita di pellicce sfruttarono il Columbia come via di trasporto chiave. Gli esploratori a terra da est accedettero alla valle di Willamette attraverso la gola del Columbia e i coloni iniziarono a stabilirsi in loco in numero crescente quando si inaugurarono due vie di accesso. Il battello a vapore, il quale avrebbe reso più agevole la navigazione alla fine del XIX secolo, unito all'installazione di una rete ferroviaria nello stesso momento, facilitarono di molto i collegamenti.
Dalla fine dell'Ottocento, varie strutture di natura privata e pubblica si svilupparono in maniera prepotente sul fiume. Per agevolare la navigazione di navi e chiatte, furono costruite chiuse lungo il Columbia inferiore e i suoi affluenti. Dall'inizio del Novecento, sul corso d'acqua furono costruite dighe per la produzione di energia elettrica, per l'irrigazione agricola e allo scopo di evitare gli effetti nefasti derivanti da eventuali alluvioni. All'inizio degli anni 2010, sul versante americano, era presente un invaso lungo ogni chilometro e mezzo circa in zona. La produzione di energia nucleare, avvenuta in due distinti località lungo il fiume, e la realizzazione del plutonio per armi nucleari per decenni nel sito del laboratorio nazionale di Hanford non si sono rivelate senza conseguenze per l'ambiente, tanto che sono stati necessari interventi di bonifica e prevenzione della diffusione di scorie radioattive nelle falde acquifere oltre che lungo il corso principale del Columbia. Tutti questi sviluppi hanno avuto dunque un enorme impatto sugli ecosistemi locali e, forse, sono stati ampliati dall'inquinamento industriale. L'impatto antropico si è fatto infine sentire con riferimento alle barriere artificiali dispiegate un po' ovunque, le quali hanno ostacolato (e continuano tuttora a farlo in diversi punti) la migrazione delle specie ittiche.
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