Confucianesimo

Tempio di Confucio a Jiangyin, Wuxi, nel Jiangsu. Un wénmiào (文庙), o Tempio del Dio della Cultura, dove Confucio è venerato in qualità di Wéndì (文帝), "Divinità della Cultura".
Tempio di Confucio a Liuzhou, Guangxi.

Il confucianesimo, recentemente denominato ruismo in alcune pubblicazioni specialistiche (儒教T, RújiàoP; "insegnamento dei ru"), è una delle maggiori tradizioni filosofico-religiose, morali e politiche della Cina.[1] Sviluppatosi nel corso di due millenni, esercitò un'influenza grandissima anche in Giappone, Corea e Vietnam. Confucio elaborò un sistema rituale ed una dottrina morale e sociale, che si proponevano di rimediare alla decadenza spirituale della Cina, in un'epoca di profonda corruzione e di gravi sconvolgimenti politici.[2] A differenza di quanto si crede, questa pratica esisteva prima di Confucio, tuttavia secondo la tradizione cinese egli rappresenta il più grande esponente del ruismo e pertanto è degno di venerazione. Proprio l'importanza che gli era attribuita nei testi classici cinesi portò i primi europei a pensare che Confucio ne fosse il padre fondatore.

Dando forte enfasi ai legami familiari e all'armonia sociale tra gruppi più vasti, quindi alla rettitudine del mondo reale, piuttosto che a una soteriologia che proietti le speranze dell'uomo in un futuro trascendente,[3] il Confucianesimo è definito come una dottrina umanistica.[4] Secondo la definizione di Herbert Fingarette è una religione che "sacralizza il secolare", considerando le attività ordinarie della vita umana, e specialmente le relazioni intraumane, come manifestazioni del sacro[5] in quanto esse sono espressione della natura morale dell'uomo (xìng 性), che ha un ancoraggio trascendente nel Cielo (Tiān 天), il Dio dell'universo e il suo ordinamento, e nel culto appropriato reso agli dèi (神 shén, i principi che generano gli enti).[6]

Sebbene il Cielo (Tiān), specialmente per alcune scuole teologiche, abbia alcune caratteristiche assimilabili a quelle del Dio personale delle religioni ellenistico-cristiane d'Occidente, è primariamente descritto come un potere impersonale e immanente, assimilabile al Dào (道) del Taoismo e al Brahman delle religioni indiane, che ha manifestazione nell'ordine della volta del cielo osservabile e nelle costellazioni roteanti intorno al polo nord.[7][8][9] La liturgia confuciana (definita 儒 , o anche 正統/正统 zhèngtǒng, cioè stile rituale "ortopratico") condotta da sacerdoti o maestri del rito confuciani (禮生/礼生 lǐshēng) per il culto degli dèi in templi pubblici e ancestrali, è preferita per i riti sanciti dallo stato rispetto alle liturgie taoiste e popolari.[10]

Dopo essersi confrontato con le scuole di pensiero concorrenti durante il Periodo dei regni combattenti, e violentemente combattuto sotto l'imperatore Qin Shihuangdi, il confucianesimo fu decretato filosofia di Stato sotto l'imperatore Han Wudi (156-87 a.C.) ed è rimasto tale pressoché ininterrottamente (sebbene ciò non impedisse il prosperare nell'impero di altre religioni) fino alla fondazione della Repubblica di Cina nel 1912. Dopo essere stato messo in discussione e violentemente soppresso, specialmente negli anni della Rivoluzione Culturale, a partire dagli anni 1980 è in atto un processo di riscoperta e reinvenzione del Confucianesimo, divenuto manifesto e anche sostenuto dal governo cinese negli anni 2000, che prende forma in una grande varietà di iniziative e gruppi di studio, di culto e di politica, e organizzazioni di portata più ampia che intendono unificare tutte queste correnti, come ad esempio la Santa Chiesa Confuciana della Cina (中华孔圣会 Zhōnghuá Kǒngshènghuì) creata nel 2015.

  1. ^ Xinzhong Yao, An Introduction to Confucianism, New York, Cambridge University Press, 2000, ISBN 0-521-64312-0. pp. 38-47. Yao definisce il confucianesimo "religione umanistica e razionale", "filosofia", "modo di governo" e "modo di vita".
  2. ^ Gerhard J. Bellinger. Enciclopedia delle religioni. Milano, Garzanti, 1989
  3. ^ Herbert Fingarette, Confucius: The Secular as Sacred (New York: Harper, 1972).
  4. ^ Mark Juergensmeyer, Religion in global civil society, Oxford University Press, 2005, p. 70, ISBN 978-0-19-518835-6.
    «...humanist philosophies such as Confucianism, which do not share a belief in divine law and do not exalt faithfulness to a higher law as a manifestation of divine will»
    Si noti come la definizione di Juergensmeyer non sia del tutto corretta, in quanto il Confucianesimo include sì la credenza in una legge divina che informa la natura. Ciò non esclude che il Confucianesimo sia una religione umanistica, che vede nei rapporti sociali normali proprio la manifestazione sul piano dell'uomo di tale ordine divino.
  5. ^ Adler, 2014. p. 12
  6. ^ Littlejohn, 2010. pp. 34-36
  7. ^ Adler, 2014. p. 12. Herbert Fingarette captured this essential feature of Confucianism in the title of his 1972 book, Confucius: The Secular as Sacred. Confucianism focuses on the practical order that is given by a this-worldly awareness of the Tian (the impersonal absolute principle)
  8. ^ Adler, 2014. p. 10. Quote: «[...] Confucianism is basically non-theistic. While Heaven (tiān) has some characteristics that overlap the category of deity, it is primarily an impersonal absolute, like dao and Brahman. "Deity" (theos, deus), on the other hand connotes something personal (he or she, not it).
  9. ^ Adler, 2014. p. 12 Confucianism deconstructs the sacred-profane dichotomy; it asserts that sacredness is to be found in, not behind or beyond, the ordinary activities of human life — and especially in human relationships. Human relationships are sacred in Confucianism because they are the expression of our moral nature (xìng 性), which has a transcendent anchorage in Heaven (tiān 天). Herbert Fingarette captured this essential feature of Confucianism in the title of his 1972 book, Confucius: The Secular as Sacred. To assume a dualistic relationship between sacred and profane and to use this as a criterion of religion is to beg the question of whether Confucian can count as a religious tradition.
  10. ^ Clart, 2003. pp. 3-5