Gnu dalla coda bianca | |
---|---|
Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Artiodactyla |
Famiglia | Bovidae |
Sottofamiglia | Alcelaphinae |
Genere | Connochaetes |
Specie | C. gnou |
Nomenclatura binomiale | |
Connochaetes gnou (Zimmermann, 1780) | |
Sinonimi | |
Bos gnou (Zimmermann, 1777) | |
Areale | |
Distribuzione dello gnu nero nel 2012 secondo i dati dell'IUCN. |
Lo gnu dalla coda bianca (Connochaetes gnou (Zimmermann, 1780)) è una delle due specie di gnu, strettamente imparentate tra loro. Appartenente al genere Connochaetes e alla famiglia dei Bovidi, venne descritto per la prima volta da Eberhard August Wilhelm von Zimmermann nel 1780.
Generalmente misura 170–220 cm di lunghezza testa-corpo e pesa 110–180 kg. I maschi misurano 111–121 cm al garrese, le femmine 106–116 cm. La sua caratteristica principale, alla quale deve anche il nome comune, è la lunga coda bianca simile a quella di un cavallo. Ha un manto di colore variabile dal marrone scuro al nero e presenta una serie di lunghi ciuffi di pelo scuro tra le zampe anteriori e sotto l'addome.
Lo gnu dalla coda bianca è erbivoro e la sua dieta è costituita quasi interamente da erba. L'acqua è un requisito fondamentale per la sua esistenza. Dal punto di vista sociale, vi sono tre tipi distinti di gruppi: branchi di femmine, branchi di maschi e maschi territoriali. Gli gnu sono corridori molto veloci e comunicano utilizzando un'ampia gamma di segnali visivi e sonori. La stagione degli amori principale va da febbraio ad aprile. Dopo una gestazione di circa otto mesi e mezzo nasce generalmente un unico piccolo, che rimane con la madre fino alla nascita del piccolo successivo, un anno dopo. Lo gnu dalla coda bianca abita le pianure aperte, le praterie e le boscaglie del Karoo.
Le popolazioni originarie di questa specie, endemica delle parti meridionali dell'Africa, vennero quasi completamente sterminate nel corso del XIX secolo, sia perché considerate nocive per le colture che per il valore delle pelli e della carne. Tuttavia, la specie è stata reintrodotta in gran parte dell'areale originario a partire da esemplari cresciuti in cattività, sia in terreni privati che in riserve naturali di Lesotho, eSwatini e Sudafrica, ma anche in aree dove non era mai stata presente, come la Namibia e il Kenya.