"Coterie holbachiana" (in francese, La coterie holbachique) è un'espressione coniata da Jean-Jacques Rousseau per indicare un gruppo di illuministi francesi che negli anni tra il 1750 e il 1780 si incontravano con regolarità al salotto parigino del ricchissimo barone Paul Henri Thiry d'Holbach, egli stesso filosofo ed enciclopedista di matrice atea e materialista.[1]
Il salotto divenne presto un importante luogo d'incontro tra pensatori. In esso, Diderot poté reclutare alcuni degli intellettuali che contribuiranno alla redazione dell'Encyclopédie (la pubblicazione iniziò nel 1751).[1] Lo stesso Rousseau frequentò il gruppo, ma lo abbandonò dopo aver litigato con Diderot.
Gli incontri avvenivano ogni settimana, i giovedì e le domeniche, nella casa in rue Royale, sulla Butte Saint-Roch (una piccola collina, oggi scomparsa, nel perimetro dell'odierna Parigi).[1] D'estate si riunivano allo Chateau Grand-Val, residenza di campagna di Holbach.
All'appuntamento erano invitati dodici ospiti, non sempre gli stessi, che si incontravano al salotto dalle due alle sette o otto di sera. Erano ospiti regolari Diderot, Helvetius, d'Alembert, Raynal, Boulanger (dopo la sua morte vennero fatte uscire opere postume a suo nome in realtà scritte da Holbach e altri), Morellet, Saint-Lambert, Marmontel e Jacques-André Naigeon (il collaboratore più vicino al barone nella diffusione clandestina dei pamphlet antireligiosi); occasionalmente partecipavano Buffon, Turgot e Quesnay.[2] Tra gli altri ospiti che visitarono il salotto si contano oltre a Rousseau, Galiani, Le Roy, Duclos, Venel, Barthez, Rouelle, Roux e Suard.[1][2]
Anche pensatori stranieri, in ragione della loro fama, avevano accesso al prestigioso salotto; tra questi, David Hume, Friedrich Melchior von Grimm, Laurence Sterne, David Garrick, Horace Walpole, Pietro e Alessandro Verri, Benjamin Franklin, Joseph Priestley, Adam Smith, Cesare Beccaria e Edward Gibbon.[2][3]