Tarantino Tarandíne | |
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Parlato in | Italia |
Regioni | Puglia (esclusivamente nella città di Taranto) |
Locutori | |
Totale | circa 200.000 |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Italiche Romanze Meridionale intermedio/Meridionale estremo Tarantino |
Estratto in lingua | |
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1 Tutte le crestiáne nàscene libbere, parapatte 'ndegnetáte e iusse. Tènene 'a rascióne e 'a cuscènze, e s'honne a ccumburtà l'une pe ll'ôtre accume a ffráte. | |
Maglietta con scritta "Avast" termine dialettale tarantino che in italiano si traduce con "Basta". | |
Il dialetto tarantino[1] ('u tarandíne), o vernacolo cataldiano[2] (così chiamato, a partire dal Novecento, in onore del santo patrono cittadino), è un dialetto parlato nella città di Taranto e, con significative differenze, in alcuni comuni della parte occidentale dell'omonima provincia. Esso possiede la particolarità di essere un idioma comunale, ovvero è parlato, nella sua forma più pura, esclusivamente entro i confini della città ed in provincia ha sviluppato alcune varianti, seppur abbastanza distaccate. Secondo lo studioso tarantino Domenico Ludovico de Vincentiis, procedendo a nord della città si avverte più influente l'inflessione del barese sui dialetti circostanti, mentre a sud si comincia a notare l'inflessione del salentino, in particolare del dialetto leccese;[3] questa osservazione fu fatta in precedenza anche da Giovanni Battista Gagliardo, che già nel 1811, riferendosi alla grande discontinuità dialettale nel suo territorio, affermava che "il dialetto è tutto affatto diverso dal resto degli altri Tarentini, un miscuglio di corrotte voci greche e latine".[4]