Domus Aurea | |
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Pianta generale della Domus Aurea (al centro in verde), posta tra il Palatino (a sud-ovest) e gli Horti Maecenatis (nord-est) | |
Civiltà | romana |
Utilizzo | Villa urbana |
Stile | architettura romana |
Epoca | 64-68 d.C. (costruzione), 104 d.C. (incendio) |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Roma |
Dimensioni | |
Superficie | 800 000[1] m² |
Amministrazione | |
Patrimonio | Centro storico di Roma |
Ente | Parco Archeologico del Colosseo |
Responsabile | Alfonsina Russo |
Visitabile | Sì (visite guidate al cantiere di restauro sull'Oppio) |
Visitatori | 60 943 (2022) |
Sito web | parcocolosseo.it/area/domus-aurea/ |
Mappa di localizzazione | |
«Bene! Finalmente posso cominciare a vivere come un essere umano! (Nerone, entrando per la prima volta nella sua Domus Aurea)»
La Domus Aurea ("Casa d'oro" in latino, proprio perché in essa si utilizzò molto di questo prezioso metallo[2]) era la villa urbana costruita dall'imperatore romano Nerone dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C.[3] La distruzione di buona parte del centro urbano permise al princeps di espropriare un'area complessiva di circa 80 ettari e costruirvi un palazzo che si estendeva tra il Palatino, l'Esquilino ed il Celio.[4]
La villa, probabilmente mai portata a termine,[2] fu distrutta dopo la morte di Nerone a seguito della restituzione al popolo romano del terreno su cui sorgeva. La parte superstite della Domus Aurea, occultata dalle successive terme di Traiano,[5] come tutto il centro storico di Roma, le zone extraterritoriali della Santa Sede in Italia e la basilica di San Paolo fuori le mura, è stata inserita nella lista dei Patrimoni dell'umanità dall'UNESCO nel 1980.
Il Carandini aggiunge che si trattava non di una sola grande residenza, ma di un insieme di edifici e spazi verdi, che in seguito ispirarono la grande Villa Adriana alla periferia di Tivoli.[1]
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