Nella storia di Catania sono molte le chiese demolite, scomparse, dismesse o sconsacrate. Tra le prime vi sono la Chiesa di San Gaetano alle Grotte, dedicata prima a "Santa Maria della Grotta" e prima ancora a "Santa Maria di Betlemme", e poi l'ex Cattedrale di Sant'Agata la Vetere, prima chiesa al mondo ad essere dedicata alla Santa Patrona della città. Alcune chiese sorgono sul luogo di antichi templi pagani, altre sul luogo di sepolcri di persone illustri dell'antichità e altre ancora sul luogo dove avvennero miracoli.
Sotto la dominazione bizantina si assiste alla conversione di numerosi luoghi di svago, monumenti o altri tipi di strutture risalenti all'epoca imperiale romana in luoghi di culto, come l'ex "Basilica di Santa Maria della Rotonda", ricavata dalle omonime Terme. Durante la dominazione islamica molte chiese invece si sono convertite in moschee, quando non abbandonate o demolite. Con la conquista normanna sono promossi e potenziati molti edifici religiosi e si convertono o riconvertono molte moschee in chiese cattoliche.[1]
Vari eventi disastrosi come scosse sismiche e colate laviche distruggono in epoche differenti il patrimonio storico, artistico e religioso della città, come il Terremoto del 1169; più tardi nel XVII secolo accadono proprio entrambe le cose: l'Eruzione dell'Etna del 1669, dovuta alla mai cessata attività del vulcano, ma questa in particolare arriverà con diverse colate laviche a costeggiare le mura di cinta della città nel suo lato ovest, oltre a sguarnirla nel suo lato sud, colmando prima il Lago di Nicito e dopo il fossato del Castello Ursino, creando molta sciara e finendo infine a mare; e poi il fortissimo Terremoto del Val di Noto del 1693, il quale impone la totale rivisitazione dell'impianto urbanistico cittadino.
A causa di queste sciagure avvenute in epoca spagnola, sono requisiti e demoliti moltissimi beni ecclesiastici per ricavarne spazi edificabili e per il nuovo progetto della ricostruzione della città, che prevede che si traccino strade molto ampie: tra queste forse la più importante arteria cittadina, l'attuale Via Etnea, la quale riprende il percorso del cardo del centro abitato romano. Questa via, prima chiamata "via Stesicorèa" e "via Luminarìa" e più in là "via Ossèda", in quanto intitolata al nobile Viceré di Sicilia Giovanni Francesco Paceco, duca di Uzèda, parte da Piazza del Duomo verso nord, intersecando subito Via Vittorio Emanuele II (questa in passato chiamata "strada del Corso" oppure "strada Reale" e che riprende il tracciato del decumano di epoca romana); poi essa prosegue e incrocia perpendicolarmente nei Quattro Canti, un po' più a nord, "Via Antonino Paternò Castello, marchese di San Giuliano" (anticamente "via Lanza", in onore al principale finanziatore della ricostruzione cittadina, il regio governatore spagnolo Giuseppe Lanza, duca di Camastra, ed in seguito intitolata ad Abramo Lincoln); inoltre, il progetto del post-terremoto per via Etnea la farà proseguire ancora un po' più a nord fino a Piazza Stesicoro, un tempo chiamata "Porta di Aci", mentre più tardi essa raggiungerà l'abitato del quartiere Borgo, molto più a nord; infine, sempre da Piazza del Duomo, parte verso ovest Via Giuseppe Garibaldi (originariamente "via San Filippo" e più in là "via Ferdinàndea"), pressappoco parallela a via Vittorio Emanuele II ma più a sud e più corta. La ricostruzione favorisce il fiorire del barocco siciliano, chiamato anche "tardo barocco", essendo stato applicato nel Settecento, o "barocchetto", pertanto si assiste alla totale demolizione di antiche strutture compromesse per l'edificazione di fabbricati che costituiscono la quasi totalità dei tesori che compongono attualmente il patrimonio storico e artistico di Catania.
Durante i bombardamenti del secondo conflitto mondiale un numero elevato di chiese è stato distrutto: il 14 febbraio, il 16 aprile, il 18 maggio, l'8 luglio del 1943 ben 28 fra esse e quasi tutti i più importanti palazzi della città settecentesca sono stati colpiti. Altre invece non scamperanno alle demolizioni che tuttora lasciano rase al suolo porzioni di alcuni quartieri del ricchissimo centro storico catanese. Nel secondo dopoguerra per molti edifici di culto ne è stata modificata la destinazione d'uso o ne è stata concordata la prolungata chiusura.
Per l'insigne profilo arabo-normanno, rinascimentale e barocco, nel 2002 alcuni monumenti simbolo e luoghi di culto del centro storico sono stati dichiarati Patrimonio dell'umanità, la città inserita nella lista delle Città tardo barocche del Val di Noto e tutto l'insieme posto sotto la tutela dell'UNESCO.
Elenco delle chiese di Catania: