Editio princeps

Frontespizio dell'editio princeps della Divina Commedia (Foligno 11 aprile 1472).

La editio princeps (dal latino; plurale editiones principes) è la prima edizione a stampa di un'opera apparsa precedentemente all'invenzione della stampa e tramandata manoscritta sino ad allora. L'opera è stampata nella stessa lingua in cui fu originariamente scritta dal suo autore e pertanto l'editio princeps non è mai una traduzione.

L'espressione è usata per i testi dell'antichità e del Medioevo e soprattutto per le opere latine e greche,[1] ma, con lo stesso criterio appena enunciato, vale anche per le opere italiane (e di altre lingue) tramandate manoscritte sino all'invenzione della stampa. Perciò si parla correttamente di editio princeps della Divina Commedia di Dante Alighieri, mentre non è corretto parlare di editio princeps de I promessi sposi di Alessandro Manzoni.[2]

Molte editiones principes furono curate da grandi umanisti, come Demetrio Calcondila, Andrea Giovanni Lascaris, Marco Musuro, Marsilio Ficino, Beato Renano e tanti altri. Talvolta fanno riferimento ad esse le suddivisioni in capitoli e paragrafi che troviamo comunemente riportate nelle edizioni attuali.

A partire dalla fine dell'Ottocento, alcuni ritrovamenti papiracei avvenuti in Egitto, soprattutto dei papiri di Ossirinco, hanno permesso di pubblicare opere altrimenti perdute di autori greci come Bacchilide, Eroda e Menandro: tali edizioni sono a tutti gli effetti editiones principes. Lo stesso discorso va fatto per i papiri di Ercolano, il cui svolgimento sta riportando alla luce opere filosofiche epicuree.

  1. ^ Questo è l'uso tecnico del termine nella prima edizione della celebre bibliografia di: Thomas Frognall Dibdin, An Introduction to the Knowledge of Rare and Valuable Editions of the Greek and Roman Classics, Glocester, printed by H. Ruff, 1802, passim. Ma lo si trova già, proprio nel senso di "The first edition of the Classics", nel catalogo d'asta a cura dei librai londinesi Samuel Baker e George Leigh: Bibliotheca Askeviana, sive catalogus librorum rarissimorum Antonii Askew, London, July 1774, passim e in particolare pp. IV-V.
  2. ^ È importante avere ben chiaro tale concetto: l'editio princeps non è solamente una prima edizione o un'edizione originale, né un modo aulico o forbito di chiamare un'edizione originale. Per le opere pubblicate da un autore vissuto dopo l'invenzione della stampa, basta e avanza il concetto di edizione originale, non c'è bisogno di ricorrere al concetto di editio princeps.