Edoardo Bennato | |
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Edoardo Bennato in concerto nel 2016 | |
Nazionalità | Italia |
Genere | Rock Musica d'autore Folk Rock and roll Folk rock Blues Pop rock |
Periodo di attività musicale | 1965 – in attività |
Strumento | Voce, chitarra, armonica a bocca, kazoo, tamburello |
Etichetta | Parade, Numero Uno, Ricordi, Virgin, Cheyenne, Five Record, RTI Music, Warner Music Group Universal, Sony Music |
Album pubblicati | 43 |
Studio | 20 |
Live | 10 |
Raccolte | 13 |
Sito ufficiale | |
Edoardo Bennato (Napoli, 23 luglio 1946) è un cantautore e polistrumentista italiano.
È ritenuto uno dei maggiori esponenti del rock italiano,[1][2][3] genere che ha spesso unito o alternato al blues, al folk, al punk e allo ska.
Nel 1974 è stato il primo italiano a ricevere l'etichetta di punk.[4]
Nel 1976, è stato il primo cantante solista italiano a esibirsi al Montreux Jazz Festival.[5]
Nel marzo del 1980 è stato il primo artista ad aver pubblicato due album a distanza di soli 15 giorni, Uffà! Uffà! e Sono solo canzonette nel marzo 1980[6][7][8]
Il 19 luglio 1980 è stato il primo artista italiano a registrare un'affluenza di più di 50000 spettatori allo stadio milanese di San Siro[9][10][11][12][13]
Bennato ha avuto un'esperienza musicale significativa a Londra, che ha influenzato profondamente la sua carriera. Durante il suo soggiorno ha iniziato a esibirsi come one-man-band, suonando contemporaneamente chitarra, kazoo e batteria a pedale. Questa esperienza gli ha permesso di sviluppare uno stile musicale unico, influenzato dai grandi del blues e del rock, ma contaminato da accenti della musica mediterranea.[14]
Bennato ha spesso espresso il suo interesse per la musica di Gioachino Rossini. In un'intervista, ha dichiarato che se Rossini fosse nato ai nostri tempi, sarebbe diventato uno dei Rolling Stones. Questo commento riflette la sua visione di Rossini come un compositore che avrebbe potuto adattarsi facilmente al mondo del rock moderno. Inoltre, Bennato ha integrato elementi della musica classica, inclusa quella di Rossini, nelle sue canzoni. Ad esempio, ha utilizzato orchestre d'archi e riferimenti alla musica settecentesca in brani come "Dotti medici e sapienti" e "Un giorno credi". Questo connubio tra musica classica e popolare è una caratteristica distintiva del suo stile musicale.[15]
I suoi testi sono spesso ironici[16] e dissacranti,[17][18] rivolti in modo graffiante contro il potere, a qualsiasi livello e in qualsiasi forma si manifesti,[19] senza schieramenti politici o appartenenze a partiti.
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