Elettrone | |
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Bagliore circolare generato per fluorescenza dall'interazione di un gas con un fascio di elettroni deflesso in traiettoria circolare da un campo magnetico[1] | |
Classificazione | Particella elementare |
Famiglia | Fermioni |
Gruppo | Leptoni |
Generazione | Prima |
Interazioni | Gravitazionale, elettromagnetica, debole |
Simbolo | e−, β− |
Antiparticella | Positrone (e+) |
Teorizzata | Richard Laming (1838-1851)
G. Johnstone Stoney (1874) |
Scoperta | J.J. Thomson (1897) |
Proprietà fisiche | |
Massa | |
Vita media | Stabile |
Carica elettrica | -1 e -1,602176634×10−19 C[5] |
Carica di colore | No |
Spin | ½[6] |
L'elettrone è una particella subatomica con carica elettrica negativa che si ritiene essere una particella elementare.[7]
Insieme ai protoni e ai neutroni, è un componente dell'atomo e, sebbene contribuisca alla sua massa totale per meno dello 0,06%, ne caratterizza sensibilmente la natura e ne determina le proprietà chimiche: il legame chimico covalente si forma in seguito alla redistribuzione della densità elettronica tra due o più atomi.[8] Il moto dell'elettrone genera un campo magnetico, mentre la variazione della sua energia e della sua accelerazione causano l'emissione di fotoni; è inoltre responsabile della conduzione della corrente elettrica e del calore.
La maggior parte degli elettroni presenti nell'universo è stata prodotta dal Big Bang, ma possono essere generati anche dal decadimento beta degli isotopi radioattivi e in collisioni ad alta energia, mentre possono essere annichilati dalla collisione con i positroni o assorbiti in un processo di nucleosintesi stellare.
L'avvento dell'elettronica e il relativo sviluppo dell'informatica hanno reso l'elettrone protagonista dello sviluppo tecnologico del ventesimo secolo. Le sue proprietà vengono sfruttate in svariate applicazioni, come i tubi a raggi catodici, i microscopi elettronici, la radioterapia e il laser.