Fateḥ ʿAlī Tīpū | |
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Fateḥ ʿAlī Tīpū in un ritratto d'epoca | |
Sultano di Mysore | |
In carica | 28 dicembre 1782 – 4 maggio 1799 |
Investitura | 29 dicembre 1782 |
Predecessore | Hyder Ali |
Successore | Krishnaraja Wodeyar III |
Nome completo | Nawwāb Tīpū Sulṭān Bahādur |
Nascita | Devanahalli, 20 novembre 1750 |
Morte | Shrirangapattana, 4 maggio 1799 (48 anni) |
Sepoltura | Shrirangapattana, 5 maggio 1799 |
Dinastia | Bahadur |
Fateḥ ʿAlī Tīpū, conosciuto anche come Tigre del Mysore, Tippu Sultan o Tippoo Sahib, (Devanahalli, 20 novembre 1750 – Srirangapatna, 4 maggio 1799), è stato un sultano indiano, de facto re del regno di Mysore dal 1782 fino alla sua morte. Riconosciuto come uno dei più grandi governatori Sud Asiatici di tutti i tempi, Tīpū Sulṭān fu il primo Indiano considerato come combattente per la libertà. Era il primo figlio di Hyder Ali e della sua seconda moglie, Fāṭima Fakhr al-nisāʾ.
Fateḥ ʿAlī Tīpū, oltre ad essere un intellettuale, fu anche un soldato e un poeta, parlando fluentemente kannada, indostano, persiano, arabo, inglese e francese. Nonostante la maggior parte della popolazione fosse induista egli era un devoto musulmano e acconsentì, su richiesta francese, alla costruzione della prima chiesa cristiana a Mysore. In virtù dell'alleanza con Napoleone e i Francesi e dell'ostilità verso gli Inglesi, sia Fateḥ ʿAlī Tīpū sia il padre Hyder Ali non esitarono a utilizzare il loro esercito, addestrato dagli stessi Francesi, contro l'Impero Maratha, Malabar, Coorg, Sira e Bednur.
Il suo regno conobbe una crescita sostenuta del reddito pro capite e della popolazione, un cambiamento strutturale nell'economia e un maggiore ritmo dell'innovazione tecnologica, e raggiunse il culmine del suo potere economico e militare e del suo dominio nella seconda metà del XVIII secolo, sotto il governo di Hyder Ali e di suo figlio Tīpū Sulṭān, superando il Mughal Bengal come potenza economica dominante dell'Asia meridionale.[1] Durante questo periodo, il regno avviò guerre contro i Maratha, gli Inglesi e il Niẓām di Hyderābād, che culminarono nelle cosiddette Guerre anglo-mysore.
L'Imperatore francese Napoleone Bonaparte desiderava stabilire una presenza francese a Mysore, rapporti con Tīpū Sulṭān e formare ulteriori alleanze indiane.[2][3][4]
Durante l'infanzia di Tīpū, suo padre raggiunse una grande posizione di potere a Mysore e alla morte di quest'ultimo, nel 1782, Tīpū gli succedette a capo di un grande regno che andava dal fiume Krishna sino al mare d'Arabia e all'Oceano Indiano.
Egli rimase sempre un implacabile nemico della Compagnia britannica delle Indie Orientali, rinnovando anche antichi conflitti mai sopiti col vicino regno di Travancore nel 1789. Durante la Terza guerra anglo-mysore, Tīpū venne forzato ad accettare un trattato umiliante, perdendo gran parte dei territori precedentemente conquistati, tra cui il Malabar e Mangalore. Egli inviò ambascerie in Stati stranieri, tra cui l'Impero ottomano, Afghanistan e Francia, tentando di sollecitare nuove opposizioni al predominio britannico.
Nella Quarta guerra anglo-mysore, le forze combinate dei Britannici e del Niẓām di Hyderābād sconfissero Tīpū che rimase ucciso il 4 maggio 1799 nel tentativo di difendere coi suoi uomini il forte di Seringapatam.