Fenomenologia di Mike Bongiorno | |
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Autore | Umberto Eco |
1ª ed. originale | 1961 |
Genere | saggio |
Lingua originale | italiano |
Fenomenologia di Mike Bongiorno è un saggio scritto dal semiologo Umberto Eco nel 1961 e considerato uno dei primi esempi di critica televisiva. Lo scritto è stato pubblicato come parte di un articolo[1] apparso sulla rivista "Pirelli" nell'ambito di un'inchiesta sul rapporto tra televisione e cultura[2]; nel 1963 confluì all'interno del Diario minimo[3]. Analizzando dal punto di vista semiotico le ragioni del successo del presentatore televisivo italoamericano Mike Bongiorno – già celeberrimo all'epoca della stesura del saggio – viene articolata una disamina degli effetti sociologici prodotti dalla televisione nell'Italia del boom economico, fornendo considerazioni circa l'appiattimento mentale indotto nella massa dei telespettatori da un certo tipo di sottocultura televisiva[4].
«Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità. Non provoca complessi di inferiorità pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello. Nessuna religione è mai stata così indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti.»