Filippo Severoli

Filippo Severoli
NascitaFaenza, 16 novembre 1762
MorteFusignano, 6 ottobre 1822
Luogo di sepolturaOratorio dell'Angelo custode presso la villa di Fusignano
Dati militari
Paese servito Repubblica Cisalpina
Repubblica Italiana
Regno d'Italia
Impero austriaco (bandiera) Impero austriaco
Forza armataArmata d'Italia
Esercito del Regno d'Italia
Esercito imperiale austriaco
CorpoLegione Lombarda
Anni di servizio1797 - 1822
GradoGenerale di divisione
FeriteAmputazione della gamba destra
ComandantiNapoleone Bonaparte
Giuseppe Lechi
Andrea Massena
Pietro Teulié
Eugenio di Beauharnais
GuerrePrima coalizione
Seconda coalizione
Terza coalizione
Quarta coalizione
Quinta coalizione
Guerra d'indipendenza spagnola
Sesta coalizione
CampagneCampagna d'Italia (1796-1797)
Campagna d'Italia (1800)
Campagna d'Italia (1805)
Invasione di Napoli (1806)
Campagna di Germania e d'Austria
Campagna d'Italia (1813-1814)
BattaglieBattaglia di Novi
Battaglia di Marengo
Assedio di Kolberg (1807)
Assedio di Stralsund (1807)
Battaglia di Sacile
Battaglia di Raab
Battaglia di Wagram
Assedio di Hostalrich
Assedio di Valencia (1812)
Assedio di Terragona (1813)
Comandante di1er Brigade
1er division d’infanterie de l’Armée d’Italie
DecorazioniOrdine della Corona ferrea
Legion d'onore
Altre caricheGovernatore di Piacenza
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Filippo Severoli (Faenza, 16 novembre 1762Fusignano, 6 ottobre 1822) è stato un generale italiano, nei ranghi dell'Armata d'Italia, poi dell'Esercito del Regno d'Italia e successivamente dell'Esercito imperiale austriaco con il grado di tenente-maresciallo, governatore di Piacenza, conte di Hannover per volontà di Napoleone Bonaparte.

Fu una figura importante della storia faentina e italiana: infatti fu il primo italiano ad avere generali francesi ai suoi ordini e fu considerato da Napoleone in persona il suo miglior generale italiano tanto da conferirgli il titolo di conte di Hannover e da volere il suo nome scolpito (tra i rari generali italiani) nell'Arco di Trionfo a Parigi.

Si sa di certo della sua affiliazione alla massoneria, della quale fece parte dal 1804, e del suo giacobinismo, del quale egli fece sempre sfoggio e vanto. Si dibatte invece sulla sua origine, contesa fra Faenza e Fusignano. A lui fu intitolata la Caserma di San Domenico, che occupava l'ex convento omonimo, distrutta dai bombardamenti il 19 maggio 1944.