Frederick Roberts, I conte Roberts

Frederick Roberts, I conte Roberts
Frederick Roberts, I conte Roberts
Soprannome"Bobs", "Wellington in miniatura", "Kipling's general", "l'altro nostro unico generale"
NascitaCawnpore, India, 30 settembre 1832
MorteSt Omer, Francia, 14 novembre 1914
Luogo di sepolturaCattedrale di Saint Paul, Londra
Dati militari
Paese servitoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Forza armataBritish Army
ArmaRoyal Artillery
Anni di servizio1851 - 1904
GradoFeldmaresciallo
GuerreMoti indiani del 1857
Seconda guerra anglo-afghana
Seconda guerra boera
CampagneCampagna di Umbeyla
Spedizione inglese in Etiopia (1868)
Campagna di Lushai
BattaglieAssedio di Delhi
Assedio di Lucknow
Battaglia di Magdala
Battaglia di Peiwar Kotal
Battaglia di Charasiab
Assedio di Sherpur
Battaglia di Kandahar
Assedio di Kimberley
Battaglia di Paardeberg
Battaglia del pioppeto
Battaglia del colle dei diamanti
Battaglia di Bergendal
Decorazioni




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Frederick Roberts, I conte Roberts (Cawnpore, 30 settembre 1832Saint-Omer, 14 novembre 1914), è stato un generale britannico.

Proveniente da una famiglia di militari, si distinse per coraggio e tenacia in gioventù nella rivolta dei sepoys durante la quale venne decorato con la Victoria Cross. Si dimostrò uno dei più importanti e abili generali britannici dell'Era vittoriana, guidando con successo le sue truppe nella seconda guerra anglo-afghana, dove condusse la famosa marcia su Kandahar, e soprattutto nella seconda guerra boera dove, dopo aver preso il comando, ristabilì con una serie di vittorie la situazione a favore dell'Impero britannico.

Promosso feldmaresciallo e comandante in capo del British Army, Roberts, piccolo di statura, ma risoluto e determinato, rimase uno dei più prestigiosi militari britannici fino alla sua morte, avvenuta in tarda età mentre ispezionava le truppe sul fronte occidentale all'inizio della prima guerra mondiale.

Massone, fu membro e Maestro venerabile della Loggia Kyber di Peshawar, in India[1].

  1. ^ Giordano Gamberini, Mille volti di massoni, Roma, Ed. Erasmo, 1975, p. 153.