Gautier de Dargies (1170 circa – 1240 circa) è stato uno dei più prolifici fra i primi trovieri[1] originario di Dargies. Dei suoi componimenti poetici ce ne restano possibilmente venticinque, di cui ventidue accompagnati da melodie, in sedici diversi canzonieri. Esercitò una grande influenza sui trovieri contemporanei e successivi, ed è uno dei più documentati dei compositori medievali che scrissero in lingua volgare. Possono senza dubbio essere assegnate a lui diciassette chansons courtoises, delle quali quindici comprensive di musica,[2] e altre tre sono probabilmente sue, tutte con "partitura musicale".[3] Ci lascia inoltre tre descorts con loro relative melodie, un genere questo importato dall'occitano e trapiantato nell'antico francese. Partecipa anche a due jeux partis, ma solo uno con musica.[4] Il suo tema onnipresente è l'amor cortese.
Gautier appare in documenti relativi agli anni 1195, 1202 e 1206 come valvassore. Entro il 1236, in base alla sua ultima apparizione documentale, consegue il rango di cavaliere. La sua carriera militare è oscura, ma probabilmente da giovane partecipa alla terza crociata, nel 1189.[5] Gautier era figlio di Sagalo, lui stesso figlio minore o rampollo di un ramo cadetto della famiglia di Dargies, dato che lo stemma di Gautier, rappresentato nello Chansonnier du Roi e nello Chansonnier d'Arras, mostrano entrambi merle di gueules non sable, il segno del ramo principale di una famiglia.[6] Gautier ebbe tre fratelli — Rainaut, Drogo e Villardus — e una moglie, Agnes. A quanto pare conosceva Gace Brulé, che lui menziona in tre poesie.[7]
Come poeta e musicista, Gautier dimostra abilità e originalità nelle sue trattazioni riguardanti i temi tradizionali, specialmente nella metrica, sperimentando asimmetrie e lunghezze insolite. Melodicamente è estremamente individuale. Quattro delle sue melodie sono non-ripetitive; in due la lunghezza della frase musicale differisce dalla lunghezza della frase lirica e, in tutti i suoi brani sopravvissuti, non si limita a un'ottava.[6] L'impianto melodico della sua canzone "Se j'ai esté lonc tens hors du päis" ha la più grande estensione rispetto a ogni altra lirica medievale sopravvissuta.[8]