Girolamo dai Libri (Verona, 1474 circa – Verona, 2 luglio 1555) è stato un pittore e miniatore italiano.
Apprese l'arte dal padre Francesco dai Libri, abile miniatore, ma molto probabilmente frequentò anche la bottega di Domenico Morone, dove strinse amicizia con il figlio Francesco, con cui collaborò in età adulta a diverse commissioni. Già in giovane età si distinse nella produzione di miniature, soprattutto per il convento di Santa Maria in Organo a Verona. Secondo il racconto di Giorgio Vasari, sorprese i suoi contemporanei quando all'età di circa 25 anni realizzò per la stessa chiesa la pala d'altare Deposizione dalla croce, opera profondamente influenzata dallo stile di Andrea Mantegna. Tale influsso si ritrova anche nei suoi lavori successivi, dove si notano anche richiami ai modelli veneziani di Bellini e Montagna. A partire dagli anni 1510 le sue tele si arricchirono anche di suggestioni lombardo-romane, introdotte in città da Giovan Francesco Caroto.
Un tratto distintivo dei suoi lavori è costituito dai paesaggi che incorniciano le scene principali, resi con minuziosa cura per i dettagli. Esempi eloquenti di questa sua maestria si ritrovano nel Presepe dei conigli e in Gesù e la Samaritana al pozzo. Tale attenzione al paesaggio deriva dalla sua formazione come miniatore, attività che peraltro non abbandonò mai nel corso della sua carriera, affiancandola alla realizzazione di grandi tele.
Superato un periodo di incertezza stilistica che caratterizzò il finire degli anni 1520, tornò a ispirarsi ai modelli mantegneschi che avevano improntato le sue opere giovanili, giungendo così a eseguire alcune delle sue tele più pregiate, tra cui la Madonna dell'Ombrellino e la Madonna della Quercia, risalenti rispettivamente al 1530 e al 1533 e oggi conservate entrambe al museo di Castelvecchio di Verona.