La glossolalia, dal greco γλώσσα (glossa), lingua e λαλέω (laléo), parlare, indica il "parlare in altre lingue"; più precisamente, per glossolalia s'intende: la pronuncia di ciò che può essere o una lingua esistente ma ignota a chi parla[2] (xenoglossia o xenolalia),[3] o le parole di un linguaggio mistico sconosciuto,[2] o semplici vocalizzi e sillabe senza senso;[2] a volte appare come parte di un rito religioso.[2]
Ad esempio nel Cristianesimo, il "parlare in varie lingue", o polilalia (termine che in seguito ha assunto il significato di eccessivo parlare), è considerato un dono di Dio per mezzo dello Spirito Santo: come descritto negli Atti degli Apostoli, nella Lettera ai Romani e nella Prima lettera ai Corinzi, è uno dei santi doni dello Spirito dati da Dio ai fedeli, con significative variazioni dal giorno di Pentecoste a oggi. La glossolalia è anche incorporata in altre fedi religiose come componente dell'adorazione.