Groucho Marx

Groucho Marx nel 1931
Statuetta dell'Oscar Oscar onorario 1974

Groucho Marx, pseudonimo di Julius Henry Marx (New York, 2 ottobre 1890Los Angeles, 19 agosto 1977), è stato un attore, comico, scrittore e conduttore televisivo statunitense. Terzo dei cinque fratelli Marx, Groucho esordì nel mondo dello spettacolo nel primo decennio del Novecento, affrontando una lunga gavetta nel vaudeville che lo portò a recitare con i fratelli nei teatri di varietà di tutti gli Stati Uniti. Fu durante questo lungo tirocinio negli anni dieci e venti che egli poté affinare la comicità che lo rese celebre, basata sulla veloce parlantina, sulla battuta fulminea e sul ricorso ai giochi di parole, con scanzonata irriverenza nei confronti dell'ordine costituito e con un malcelato disprezzo per le convenzioni sociali[1][2].

Il suo senso dell'umorismo corrucciato, sarcastico e dissacrante è sintetizzato nel suo soprannome d'arte "Groucho" (letteralmente, in italiano, "brontolone" o "musone"), si coniugò sulle scene con un'eccentrica maschera comica dai tratti divenuti inconfondibili, quali i vistosi baffi e sopracciglia dipinte, lo sguardo ammiccante, il sigaro perennemente tra i denti o fra le dita e la frenetica andatura. Si affermò sulle scene teatrali nel 1924 con la commedia musicale I'll Say She Is, cui seguì – l'anno successivo – The Cocoanuts, che venne rappresentato a Broadway per un anno e poi riproposto in una lunga tournée tra il 1927 e il 1928[3].

Il suo esordio sul grande schermo risale al 1929 con Noci di cocco, trasposizione cinematografica del precedente successo The Cocoanuts, cui fece seguito Animal Crackers (1930), tratto anch'esso da uno spettacolo di Broadway dei Marx. Dopo il dissacrante La guerra lampo dei fratelli Marx (1933), passò dalla Paramount alla Metro-Goldwyn-Mayer, recitando con i fratelli Chico e Harpo in due dei suoi più celebri film, Una notte all'opera (1935) e Un giorno alle corse (1937). Con il declino del trio all'inizio degli anni quaranta, proseguì l'attività cinematografica con sporadiche apparizioni in commedie brillanti, intraprendendo invece dal 1947 una fortunata carriera come conduttore radiofonico dello show a quiz You Bet Your Life, adattato in seguito per la televisione e andato in onda fino al 1961[3].

Il suo graffiante humour è noto al pubblico anche grazie alla sua attività di scrittore, di cui va ricordata la raccolta epistolare Le lettere di Groucho Marx (1967). A coronamento della carriera, nel 1974 fu premiato con un Oscar onorario[4]. Purtroppo, il 25 giugno 2019 il periodico The New York Times Magazine ha riportato che il materiale artistico di Groucho e dei suoi fratelli sarebbe andato distrutto, assieme a quello di centinaia di altri attori, nell'incendio degli Universal Studios del 2008[5].

  1. ^ (EN) Woody Allen, Groucho Marx was the best comedian this country ever produced, in Billboard, 4 maggio 1974, p. 35.
  2. ^ (EN) Gary Giddins, The New York Times Book Reviews 2000, volume 1, Fitzroy Dearborn Publishers, 2001, ISBN 1-57958-058-0.
  3. ^ a b Groucho Marx Biography, su Groucho-marx.com. URL consultato il 5 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2012).
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Oscar
  5. ^ (EN) Jody Rosen, Here Are Hundreds More Artists Whose Tapes Were Destroyed in the UMG Fire, 25 giugno 2019. URL consultato il 5 febbraio 2020 (archiviato il 25 giugno 2019).