Guerra romeno-ungherese

Guerra romeno-ungherese
parte delle rivoluzioni e interventi in Ungheria
La cavalleria rumena entra a Budapest
Data13 novembre 1918 – 3 agosto 1920
LuogoTransilvania, Romania
Ungheria
Esitovittoria rumena
fine della Repubblica sovietica ungherese
Schieramenti
Ungheria (bandiera) Regno d'Ungheria (13 novembre 1918-16 novembre 1918)
Prima Repubblica d'Ungheria (16 novembre 1918-21 marzo 1919)
Repubblica sovietica ungherese (dal 21 marzo 1919)
supportata da:
bandiera RSFS Russa
Romania (bandiera) Romania
supportata da:
Francia (bandiera) Francia
Comandanti
Effettivi
10.000-80.00010.000-96.000
Perdite
3.670 morti[1]
41.000 prigionieri
3.000 morti[1]
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La guerra romeno-ungherese è stato un conflitto scoppiato subito dopo la fine della prima guerra mondiale, dal 13 novembre 1918 al 3 agosto 1920. Il conflitto ha avuto uno sfondo complesso, con motivazioni spesso contraddittorie per le parti coinvolte.

Gli Alleati della prima guerra mondiale intesero che l'esercito rumeno disarmasse ed occupasse l'Ungheria. Allo stesso tempo, c'era riluttanza nel consentire alla Romania di occupare completamente l'Ungheria, sebbene la loro intenzione fosse quella di soddisfare, almeno in parte, le rivendicazioni rumene in conformità con il Trattato di Bucarest (1916) che proponeva che l'Ungheria cedesse la Transilvania alla Romania. La situazione venne ulteriormente complicata dai rapporti tesi tra la delegazione rumena alla Conferenza di pace di Parigi e le grandi potenze. La Francia, in particolare, era entusiasta della partecipazione della Romania all'intervento contro le forze bolsceviche in Russia, mentre le autorità rumene condizionavano questo coinvolgimento all'adempimento delle promesse fatte dagli Alleati nel 1916. Alcuni leader alleati a Parigi sostennero l'avanzata dell'esercito rumeno mentre il Consiglio dei Quattro negò la sua approvazione per le azioni militari. Lo stato maggiore francese incoraggiò una continua avanzata rumena su Budapest, con i generali Ferdinand Foch, Louis Franchet d'Espèrey e Henri Mathias Berthelot particolarmente a favore di questo approccio.

In Transilvania c'erano tensioni politiche ed etniche tra vari rumeni, ungheresi, sassoni ed altri gruppi etnici. Tuttavia, le motivazioni della Romania per entrare nella zona neutrale e varcare le linee di demarcazione non si limitavano solo a proteggere l'etnia rumena, ma anche ad occupare il territorio in conformità con l'accordo del 1916, presentando così agli Alleati un "fatto compiuto".

All'indomani della prima guerra mondiale e della proclamazione dell'indipendenza dell'Ungheria dalla monarchia duale, gli ungheresi cercarono di convincere gli alleati che "l'Ungheria non dovrebbe essere penalizzata troppo duramente per i peccati dei padri". Nonostante il governo ungherese avesse offerto concessioni alle minoranze etniche, era "troppo poco, troppo tardi". I leader politici di etnia rumena, così come serbi, slovacchi, croati ed altre minoranze, avevano già deciso di separarsi. Inoltre, la decisione del Consiglio dei Quattro d'istituire una zona neutrale che riflettesse in gran parte il trattato tra la Romania e gli Alleati del 1916 contribuì alle dimissioni del conte Mihály Károlyi e alla successiva creazione della Repubblica Sovietica Ungherese. La minaccia dell'Armata Rossa ungherese e delle Guardie Rosse di Béla Kun di collegarsi con altre forze bolsceviche fu decisiva nella decisione congiunta di diversi rappresentanti alleati e delle autorità rumene di "risolvere immediatamente la questione ungherese".[2]

  1. ^ a b Micheal Clodfelter, Warfare and Armed Conflicts: A Statistical Encyclopedia of Casualty and Other Figures, 1492–2015, McFarland, 2017, pp. 344–345, ISBN 9781476625850.
  2. ^ Glenn E. Torrey, The Romanian Battlefront in World War I, University Press of Kansas, 2011, pp. 319-326, ISBN 9780700620173.