Guerre jugoslave

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Guerre jugoslave
In senso orario da in alto a sinistra:
ufficiali della polizia nazionale slovena scortano soldati catturati dell'armata popolare jugoslava alla loro unità durante la guerra dei dieci giorni; un M-84 distrutto durante la battaglia di Vukovar; installazioni missilistiche anticarro dell'esercito jugoslavo durante l'assedio di Dubrovnik; sepoltura delle vittime del massacro di Srebrenica nel 2010; un veicolo blindato dell'UNPROFOR durante l'assedio di Sarajevo.
Data31 marzo 1991-12 novembre 2001
(10 anni e 226 giorni)
LuogoTerritori dell'ex-Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia
Casus belliSpinte nazionaliste degli stati federati
EsitoScioglimento definitivo della Jugoslavia
Modifiche territorialiCreazione degli stati indipendenti di Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia e Montenegro, Macedonia e Kosovo
Schieramenti
Slovenia (bandiera) Slovenia (1991)
Croazia (bandiera) Croazia (1991-1995)
Erzeg-Bosnia (1992-1994)
Bosnia ed Erzegovina (bandiera) Bosnia ed Erzegovina (1992-1995)
UÇK (1998-1999)
Kosovo (1999)
UÇPMB (1999-2001)
UÇK (2001)
Supporto da:
NATO (bandiera) NATO (1994-1995 e 1999)
Albania (bandiera) Albania (1996-1999)
Jugoslavia (bandiera) Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia (1991-1992)
Repubblica Serba di Krajina (1991-1995)
  Repubblica Serba (1992-1995)
Bosnia Occidentale (1993-1995)
Jugoslavia (bandiera) Repubblica Federale di Jugoslavia (1998-1999)
Macedonia (2001)
Supporto da:
Russia (1992-1999)
Ucraina (2001)
Bulgaria (bandiera) Bulgaria (2001)
Comandanti
Effettivi
Slovenia (bandiera) 26.000
Croazia (bandiera) 50.000
Bosnia ed Erzegovina (bandiera) 204.000
40.000
1.500-5.000
5.000-7.000
Jugoslavia (bandiera) 199.000-229.000
10.000
Voci di guerre presenti su Wikipedia
Dissoluzione della Jugoslavia (1989-1992)

Le guerre jugoslave sono state una serie di conflitti armati, inquadrabili tra una guerra civile e conflitti secessionisti, che hanno coinvolto diversi territori appartenenti alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, una decina di anni dopo la morte di Tito, tra il 1991 e il 2001, causandone la dissoluzione.

Diverse le motivazioni che sono alla base di questi conflitti. La più importante è il nazionalismo imperante nelle diverse repubbliche fra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta (in particolare in Serbia, Croazia e Kosovo, ma in misura minore anche in Slovenia e nelle altre regioni della Federazione), con una propaggine finale nel XXI secolo del conflitto nella Repubblica di Macedonia del 2001.

Influenti anche le motivazioni economiche e culturali, gli interessi e le ambizioni personali dei leader politici coinvolti e la contrapposizione spesso frontale fra etnie e religioni diverse (cattolici, ortodossi e musulmani), fra le popolazioni delle fasce urbane e le genti delle aree rurali e montane, oltre che gli interessi di alcune entità politiche e religiose (anche esterne) a porre fine all'esperienza della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.