Hedy Lamarr

Foto pubblicitaria per Corrispondente X (1940) di King Vidor

Hedy Lamarr, pseudonimo di Hedwig Eva Maria Kiesler (Vienna, 9 novembre 1914Altamonte Springs, 19 gennaio 2000), è stata un'attrice e inventrice austriaca naturalizzata statunitense.

Dopo l'esordio nel cinema austriaco dei primi anni '30, suscitò scalpore recitando senza veli nel film cecoslovacco Estasi. Trasferitasi ad Hollywood per allontanarsi, essendo ebrea, dalla Germania nazista, divenne una delle dive più popolari e di successo del cinema statunitense. Impiegata spesso dalla MGM nel ruolo della classica bellezza esotica e straniera, girò con alcuni tra i maggiori registi dell'epoca e a fianco di famosi attori, fra cui Spencer Tracy, William Powell, Clark Gable e James Stewart. È stata spesso definita la donna più bella del mondo e del cinema.[1][2]

Solo agli inizi del ventunesimo secolo si è conosciuto il ruolo di Lamarr, ex studentessa di ingegneria a Vienna, come inventrice; desiderosa di contribuire alla lotta contro il nazismo non solo partecipando alla vendita di obbligazioni del governo federale americano (come fecero altre star hollywoodiane), sviluppò col compositore George Antheil un sistema di guida a distanza per siluri, un sistema di modulazione per la codifica di informazioni su frequenze radio verso un apparato che li riceveva nello stesso ordine con il quale erano state trasmesse. Praticamente ignorato durante la seconda guerra mondiale dalla Marina statunitense, fu alla base della tecnologia di trasmissione segnale a spettro espanso, usata nella telefonia e nelle reti wireless. Nel 2014 fu inserita nel National Inventors Hall of Fame statunitense per il suo brevetto (US Patent No. 2,292,387).[3]

  1. ^ Hedy Lamarr, una scienziata a Hollywood, su Focus.it. URL consultato il 9 novembre 2019.
  2. ^ La donna più bella del mondo che inventò il Gsm. Storia magnifica di Hedy Lamarr, su Agi. URL consultato il 9 novembre 2019.
  3. ^ (EN) Hedy Lamarr - Frequency Hopping Communication System, su invent.org, National Inventors Hall of Fame, 2014. URL consultato il 25 febbraio 2019.