Ibn Khaldun

«Quando la civilizzazione [popolazione] aumenta, la mano d'opera disponibile aumenta a sua volta. Parimenti aumenta anche il lusso, in corrispondenza degli aumentati guadagni, e l'abitudine e la necessità del lusso aumentano anche loro. Le attività artigianali nascono per ottenere prodotti di lusso. Il valore da loro creato aumenta e, come risultato, i guadagni nella città si moltiplicano. Vi è un fiorire di prodotti sempre più che nel passato. E così si procede con un secondo ed un terzo incremento. Tutte le attività di lavoro aggiuntive sono al servizio del lusso e del benessere, in contrasto con le attività lavorative originali, che erano al servizio delle esigenze della vita quotidiana.»

Statua di Ibn Khaldun a Tunisi.

Ibn Khaldūn, il cui nome completo è Walī al-Dīn ʿAbd al-Raḥmān ibn Muḥammad ibn Muḥammad ibn Abī Bakr Muḥammad ibn al-Ḥasan al-Ḥaḍramī, in arabo ولي الدين عبد الرحمن بن محمد بن محمد بن أبي بكر محمد بن الحسن الحضرمي? (Tunisi, 27 maggio 1332Il Cairo, 17 marzo 1406[2]), è stato il massimo storico e filosofo arabo del Maghreb, e viene considerato un sociologo ante litteram delle società araba, berbera e persiana. È uno dei padri fondatori della storiografia e della sociologia, ed è considerato uno dei primi economisti.[3].

Ha introdotto nella storiografia islamica la nozione di "storia ciclica", fondata su fattori profani generati dalla naturale tendenza ad indebolirsi delle generazioni sedentarizzate, eredi dei conquistatori nomadi, trascinate però in una progressiva e inesorabile decadenza ad opera della ricchezza e dal modo di vita urbano. Molto apprezzato in Occidente per la modernità delle sue concezioni.

L'attività principale di Ibn Khaldūn fu quella di uomo politico, cortigiano e ministro, al servizio uno dopo l'altro degli Hafsidi tunisini, dei Merinidi del Marocco, degli Zayyanidi di Tlemcen, dei Nasridi del Sultanato di Granada e dei Mamelucchi burji d'Egitto. Fu anche ambasciatore presso il re di Castiglia, Pietro I di Castiglia, detto Pietro il Crudele, e presso il temibile Timur Lang (Tamerlano). Ebbe così la possibilità di conoscere da vicino e porre a confronto tra loro i diversi modi di esercitare il potere, misurandone la precarietà.

I diversi sovrani, impressionati dalle sue grandi capacità e dalla sua grande cultura, gli perdonarono a più riprese la sua versatilità e i suoi tradimenti.

  1. ^ Ibn Khaldun, Muqaddimah, 2:272-73, citato in: (EN) Dieter Weiss (1995), "Ibn Khaldun on Economic Transformation", International Journal of Middle East Studies 27 (1), pp. 29-37 [30].
  2. ^ equivalenti al 1º Ramadān 732 - 26 Ramadān 808
  3. ^ Joseph J. Spengler (1964). "Economic Thought of Islam: Ibn Khaldun", Comparative Studies in Society and History, 6(3), pp. 268-306.
      • Jean David C. Boulakia (1971). "Ibn Khaldûn: A Fourteenth-Century Economist", Journal of Political Economy, 79(5), pp. 1105-1118.