Ictus

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Ictus
Emorragia intracranica
Specialitàneurologia e neurochirurgia
Sede colpitaCervello
Classificazione e risorse esterne (EN)
OMIM601367
MeSHD020521
MedlinePlus000726
eMedicine1159752, 1916852, 1916662 e 323662
Sinonimi
Accidente cerebrovascolare
Colpo
Stroke
Apoplessia
Colpo apoplettico
AVC
Brain attack

L'ictus (dal latino "colpo"), conosciuto anche come apoplessia, ischemia cerebrale, colpo apoplettico, accidente o insulto cerebrovascolare, attacco cerebrale, o, dall'inglese, stroke, si verifica quando una scarsa perfusione sanguigna al cervello provoca la morte delle cellule.

Vi sono due tipi principali di ictus, quello ischemico (ischemia cerebrale), dovuto alla mancanza del flusso di sangue, e quello emorragico, causato da un sanguinamento o emorragia cerebrale, l'uno può anche seguire l'altro; entrambi portano come risultato una porzione del cervello incapace di funzionare correttamente.[1] I segni e i sintomi di un ictus possono comprendere, tra gli altri, l'incapacità di muoversi o di percepire un lato del corpo, problemi alla comprensione o all'esprimere parole o la perdita di visione di una parte del campo visivo.[2][3] Se i sintomi durano meno di una o due ore, l'episodio viene chiamato attacco ischemico transitorio (TIA).[3] Gli ictus emorragici possono essere associati ad un forte mal di testa.[2] I sintomi possono essere permanenti[1] e le complicanze a lungo termine possono includere polmonite ab ingestis, demenza vascolare, parkinsonismo, afasia, paraplegia, tetraplegia, paresi o una perdita di controllo della vescica.[3] Può anche causare la morte direttamente.

Il principale fattore di rischio per l'ictus è la pressione alta,[4] mentre altri possono essere il fumo di tabacco, l'obesità, il colesterolo alto, il diabete mellito, un precedente TIA e la fibrillazione atriale.[2][4] L'ictus ischemico è causato generalmente dall'ostruzione di un vaso sanguigno[5]; l'ictus emorragico, invece, dal sanguinamento intracranico[5][6] generalmente in seguito alla rottura di un aneurisma cerebrale.[5]

La diagnosi viene generalmente formulata attraverso l'esame clinico. Le tecniche di neuroradiologia, in particolare la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, risultano fondamentali per confermare il sospetto clinico, escludere altre patologie, caratterizzare e quantificare le lesioni, pianificare il trattamento. Altri test, come un elettrocardiogramma (ECG) e gli esami del sangue sono solitamente eseguiti per determinare i fattori di rischio e per escludere altre possibili cause. L'ipoglicemia, ovvero l'abbassamento dei livelli di glucosio nel sangue, può causare sintomi simili.[7]

La prevenzione comprende un tentativo di diminuzione dei fattori di rischio, nonché, eventualmente l'assunzione di aspirina e/o statine, l'intervento chirurgico per mantenere pervie le arterie al cervello nei pazienti con un restringimento problematico e il farmaco warfarin per coloro che soffrono di fibrillazione atriale.[2]

Il trattamento dell'ictus spesso richiede il ricorso a cure d'emergenza[1]. L'ictus di tipo ischemico, il più frequente, si può giovare della tradizionale terapia con somministrazione sistemica di fibrinolitico (entro 4-5 ore dall'insorgenza) e, nei centri dotati di unità di neuroradiologia interventistica, del trattamento endovascolare mediante trombectomia meccanica (entro 6-8 ore dall'insorgenza)[8]. Alcuni ictus emorragici possono essere trattati tramite intervento chirurgico. La riabilitazione intrapresa nel tentativo di recuperare alcune delle funzionalità perse si svolge idealmente nelle stroke unit, che tuttavia spesso non sono disponibili in molte parti del mondo.[2] Uno degli approcci di riabilitazione maggiormente diffusi ed utilizzati in occidente è il Concetto Bobath [1].

Nel 2010 circa 17 milioni di persone hanno subito un ictus e 33 milioni reduci da un evento di questo tipo erano ancora in vita. Tra il 1990 e il 2010 il numero di ictus che si sono verificati ogni anno è diminuito di circa il 10% nel mondo sviluppato mentre è aumentato del 10% nei paesi in via di sviluppo.[9] Nel 2013, l'ictus è stato la seconda più frequente causa di morte dopo le malattie coronariche, responsabile di 6,4 milioni di decessi (il 12% del totale).[10] Circa 3,3 milioni di morti sono conseguenza dell'ictus ischemico, mentre 3,2 milioni dell'ictus emorragico.[10] In generale, due terzi degli ictus si sono verificati in persone di oltre 65 anni di età.[9]

  1. ^ a b c What Is a Stroke?, su nhlbi.nih.gov, 26 marzo 2014. URL consultato il 26 febbraio 2015.
  2. ^ a b c d e Donnan GA, Fisher M, Macleod M, Davis SM, Stroke, in Lancet, vol. 371, n. 9624, maggio 2008, pp. 1612–23, DOI:10.1016/S0140-6736(08)60694-7, PMID 18468545.
  3. ^ a b c What Are the Signs and Symptoms of a Stroke?, su nhlbi.nih.gov, 26 marzo 2014. URL consultato il 27 febbraio 2015.
  4. ^ a b Who Is at Risk for a Stroke?, su nhlbi.nih.gov, 26 marzo 2014. URL consultato il 27 febbraio 2015.
  5. ^ a b c Types of Stroke, su nhlbi.nih.gov, 26 marzo 2014. URL consultato il 27 febbraio 2015.
  6. ^ Feigin VL, Rinkel GJ, Lawes CM, Algra A, Bennett DA, van Gijn J, Anderson CS, Risk factors for subarachnoid hemorrhage: an updated systematic review of epidemiological studies, in Stroke, vol. 36, n. 12, 2005, pp. 2773–80, DOI:10.1161/01.STR.0000190838.02954.e8, PMID 16282541.
  7. ^ How Is a Stroke Diagnosed?, su nhlbi.nih.gov, 26 marzo 2014. URL consultato il 27 febbraio 2015.
  8. ^ Intervento 'ripulisce' le arterie e riduce la disabilità da ictus, su Focus.it. URL consultato il 13 aprile 2016.
  9. ^ a b Feigin VL, Forouzanfar MH, Krishnamurthi R, Mensah GA, Connor M, Bennett DA, Moran AE, Sacco RL, Anderson L, Truelsen T, O'Donnell M, Venketasubramanian N, Barker-Collo S, Lawes CM, Wang W, Shinohara Y, Witt E, Ezzati M, Naghavi M, Murray C, Global and regional burden of stroke during 1990-2010: findings from the Global Burden of Disease Study 2010, in Lancet, vol. 383, n. 9913, 2014, pp. 245–54, DOI:10.1016/S0140-6736(13)61953-4, PMID 24449944.
  10. ^ a b Collaborators GBD 2013 Mortality and Causes of Death, Global, regional, and national age-sex specific all-cause and cause-specific mortality for 240 causes of death, 1990-2013: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2013., in Lancet, vol. 385, 17 dicembre 2014, pp. 117–71, DOI:10.1016/S0140-6736(14)61682-2, PMC 4340604, PMID 25530442.