Iettatore

Totò come Rosario Chiàrchiaro nell'episodio La patente del film Questa è la vita (1954)

Lo iettatore o menagramo è una figura tradizionale, fortemente stereotipata, alla quale un pregiudizio superstizioso attribuisce nel contesto sociale il potere di portare sfortuna, solitamente in modo non intenzionale. Questo potere prende il nome di iettatura.

A dispetto della sua natura superstiziosa, la credenza nella iettatura è nata in ambienti contemporanei e razionalisti, se non proprio scientifici, che hanno tentato di razionalizzare le più antiche credenze magiche sul malocchio, dal quale la iettatura si distingue per l'assenza d'invidia. Oggetto di studio delle scienze sociali, la credenza è ricondotta all'umano bisogno di sicurezza e da alcuni, quanto alle origini più risalenti, alla psicologia dei primati (tra cui l'uomo) e al disagio con cui questi animali tollerano la fissazione dello sguardo.

Proprio per la sua origine colta e borghese, la credenza nella iettatura presenta un risvolto semiserio, cosicché la fama di iettatore affibbiata ad alcune persone può nascere per scherzo, e ciò nonostante procurare loro gravi conseguenze. Tale fama si lega tipicamente a certe caratteristiche fisiche e morali che rendono alcuni soggetti invisi al resto della comunità: in generale il presunto iettatore ha buona cultura, riservatezza e una propensione al disincanto che confligge con la fiducia a volte illusoria degli uomini nel futuro. In Italia tacciare qualcuno di iettatura può costituire reato di diffamazione.

Lo iettatore si dice anche, in metafora, uccello del malaugurio, corvo o gufo,[1] in riferimento alle credenze secondo cui alcuni uccelli sarebbero latori di sventura, o per il loro verso lugubre notturno (strigidi)[2] o per l'abitudine di cibarsi di carogne (corvi).[3]

  1. ^ Iettatore, in Treccani.it – Sinonimi e contrari, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 febbraio 2021.
  2. ^ Roberto La Paglia, Le superstizioni. Dalla A alla Z, dal Piemonte alla Sicilia, Roma, Hermes, 2006, p. 86, ISBN 88-7938-284-5. URL consultato il 23 febbraio 2021.
  3. ^ Cord Riechelman e Telmo Pievani, L'animale ambivalente, in Judith Schalansky (a cura di), Il corvo, Padova, Marsilio, 2019, ISBN 978-88-297-0450-7. URL consultato il 23 febbraio 2021.