Ikebana (生け花?) è un termine giapponese che si riferisce all'arte della disposizione dei fiori recisi, nota anche con il più desueto nome di kadō (華道?).
La traduzione letterale della parola ikebana è "fiori viventi"[1], “portare il fiore alla vita”[2], ma l'arte dei fiori può essere anche indicata come kadō, cioè "via dei fiori", intendendo cammino di elevazione spirituale secondo i principi dello Zen.
Quest'arte di composizione floreale è documentata storicamente fin dal periodo Nara (710-784) come decorazione dell'altare buddista. Verso la seconda metà del periodo Kamakura (1180-1333) l'ikebana si staccò dalla religione, costituendo un settore d'arte a sé stante. Nella nuova cultura, creatasi durante lo shogunato di Ashikaga Yoshimasa (1436-1490), divenne un elemento importantissimo dell'architettura degli interni. Insieme con lo sviluppo della cerimonia del tè nacque poi una forma libera di ikebana (ikebana per la cerimonia del tè).[3]
Nella seconda metà del XVII secolo l'ikebana passò dalla mano dei nobili e dei bonzi a quella del popolo. Verso la metà del periodo Edo (1603-1867) subì un processo di schematizzazione estrema. Verso la metà dell'era Meiji (1868-1912) l'ikebana si sviluppò notevolmente. Grazie anche alla politica governativa di educazione femminile, essa divenne materia d'insegnamento insieme alla cerimonia del tè e al cucito. Dopo la seconda guerra mondiale, si ebbe un suo rinnovamento quale attività creativa e, a volte, d'avanguardia. Oggi si contano più di 3.000 tra correnti e scuole. Molti maestri e maestre di quest'arte insegnano anche all'estero.[3]