Influenza spagnola epidemia | |
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Patologia | Influenzavirus A sottotipo H1N1 |
Periodo | gennaio 1918 - dicembre 1920 |
Dati statistici globali[1] | |
Numero di casi | 500 000 000 |
Numero di morti | dai 20 ai 100 milioni |
L'influenza spagnola, conosciuta anche come la spagnola o la grande influenza, fu una pandemia influenzale di natura virale e insolitamente mortale, che fra il 1918 e il 1920 uccise dalle decine al centinaio di milioni di persone nel mondo.
All'influenza fu dato il nome di "spagnola" poiché la sua esistenza fu riportata dapprima soltanto dai giornali spagnoli: la Spagna non era coinvolta nella prima guerra mondiale e la sua stampa non era soggetta alla censura di guerra; mentre nei paesi belligeranti la rapida diffusione della malattia fu nascosta dai mezzi d'informazione, che tendevano a parlarne come di un'epidemia circoscritta alla Spagna (dove venne colpito anche il re Alfonso XIII).[3] È conosciuta con questo nome (gripe española) anche in lingua spagnola. I dati storici ed epidemiologici sono inadeguati per identificare la vera origine geografica della pandemia[4].
Fu la prima delle pandemie del XX secolo che coinvolgono il virus dell'influenza H1N1.[5] Arrivò a infettare circa 500 milioni di persone in tutto il mondo,[4] inclusi alcuni abitanti di remote isole dell'Oceano Pacifico e del Mar Glaciale Artico, provocando il decesso di 50 milioni di persone su una popolazione mondiale di circa 2 miliardi.[6] La mortalità totale le valse la definizione di più grave forma di pandemia della storia dell'umanità. Ha infatti causato più vittime della terribile peste nera del XIV secolo[7][8][9][10], che pur avendo un tasso di mortalità più alto (≈ 30%) si riferiva a una popolazione mondiale che nel XIV secolo era nettamente inferiore rispetto a quella degli inizi del XX secolo.
La malattia ridusse notevolmente l'aspettativa di vita dell'inizio del XX secolo che, nel primo anno dal diffondersi della pandemia, risultava diminuita di circa 12 anni.[11][12][13] La maggior parte delle epidemie influenzali uccide quasi esclusivamente pazienti anziani o già indeboliti; al contrario, la pandemia del 1918 stroncò prevalentemente giovani adulti precedentemente sani.[14]
Sono state formulate diverse possibili spiegazioni per l'alto tasso di mortalità di questa pandemia. Alcune ricerche suggeriscono che la variante specifica del virus avesse una natura insolitamente aggressiva. In aggiunta, ricercatori Italo-Americani dell'Harvard University hanno documentato un'estrema anomalia climatica che interessò l'Europa durante la pandemia e che causò condizioni ideali per la trasmissione e replicazione del virus, nonché aggravanti nella depressione del sistema immunitario di soldati e altre vittime esposte alle rigide temperature e pioggia incessante.[15] Un gruppo di ricercatori, recuperando il virus dai corpi delle vittime congelate, ha scoperto che la trasfezione negli animali (particolarmente vettori aviari immobilizzati dall'anomalia climatica) causava una rapida insufficienza respiratoria progressiva e la morte attraverso una tempesta di citochine (una reazione eccessiva del sistema immunitario dell'organismo). Si è quindi ritenuto che nei giovani adulti l'elevata mortalità fosse legata alle forti reazioni immunitarie; mentre la probabilità di sopravvivenza, in alcune aree, paradossalmente sarebbe stata più elevata in soggetti con sistema immunitario più debole, come bambini e anziani.
Una volta ritrovato e ricostruito il virus responsabile della Spagnola, è stato possibile studiarlo più approfonditamente, ma le proprietà che lo hanno reso così devastante non sono state ben comprese.[16]
Studi più recenti, basati principalmente su referti medici originali del periodo della pandemia,[17][18] hanno rilevato che l'infezione virale stessa non era molto più aggressiva di altre influenze precedenti, ma che le circostanze speciali (guerra, malnutrizione, campi medici e ospedali sovraffollati, scarsa igiene) contribuirono spesso anche a una conseguente superinfezione batterica nelle persone già duramente debilitate dal virus e che uccise la maggior parte degli ammalati, in genere dopo un periodo prolungato di degenza.[19][20] In sostanza, in Europa, il diffondersi della pandemia fu favorito dalla concomitanza degli eventi bellici relativi alla prima guerra mondiale. Nel 1918, il conflitto durava ormai da quattro anni ed era diventato una guerra di posizione: milioni di militari vivevano quindi ammassati in trincee sui vari fronti favorendo così la diffusione del virus. Alcuni studi ritengono che l'influenza spagnola abbia avuto un'implicazione nella comparsa, negli anni '20 del XX secolo, dell'encefalite letargica.[21]
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