Jacques Derrida

Jacques Derrida

Jacques Derrida, nato Jackie Élie Derrida (Algeri, 15 luglio 1930Parigi, 9 ottobre 2004), è stato un filosofo e saggista francese.

Docente prima all'École normale supérieure, cofondatore del Collège international de philosophie e poi, fino alla morte, direttore degli studi (directeur d'études) presso l'École des hautes études en sciences sociales di Parigi[1], il suo nome è legato al concetto di decostruzione, che ebbe una forte influenza sul pensiero della seconda metà del Novecento, in ambiti disciplinari molto diversi dalla filosofia, come la linguistica, la critica letteraria, la teoria politica, la giurisprudenza, gli studi religiosi, la teoria dei media, l'antropologia, gli studi culturali, l'architettura (ispirando il movimento decostruttivista), gli studi postcoloniali, gli studi di genere e la psicoanalisi. La sua opera, che ebbe una diffusione globale, in particolare negli Stati Uniti e in Sudamerica, è solitamente associata al cosiddetto post-strutturalismo francese o al postmodernismo, benché Derrida non si sia mai riconosciuto in queste denominazioni.[2][3][4]

Influenzato dalla fenomenologia di Edmund Husserl e dall'ontologia fondamentale di Martin Heidegger, il suo pensiero si concentrò inizialmente sui problemi epistemologici della filosofia francese degli anni sessanta, riguardanti lo statuto delle scienze umane, il contributo della psicoanalisi e della linguistica e il superamento dell'umanesimo. In seguito, a partire dagli anni ottanta e novanta, l'interrogazione di Derrida si rivolse a temi di carattere etico e politico, fra cui il cosmopolitismo, la natura della democrazia, i diritti umani e animali, l'idea di Europa e la crisi della sovranità. I suoi interventi lo resero una delle voci pubbliche più note nel panorama intellettuale europeo, al punto da essere più volte indicato come possibile vincitore del premio Nobel per la letteratura.[5]

Il suo pensiero, esposto in uno stile difficile, è tuttora oggetto di notevoli controversie, polemiche e netti rifiuti soprattutto nel mondo della filosofia analitica anglosassone.[6][7][8].

  1. ^ Derrida, Jacques, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'8 febbraio 2016.
  2. ^ "Jacques Derrida". Encyclopaedia Britannica. Britannica.com. Retrieved 19 May 2017.
  3. ^ Derrida on Religion: Thinker of Differance By Dawne McCance, Equinox, 2009, p. 7.
  4. ^ Derrida, Deconstruction, and the Politics of Pedagogy (Counterpoints Studies in the Postmodern Theory of Education), Peter Lang Publishing Inc, p. 134.
  5. ^ Jacques Derrida, su Telegraph.co.uk. URL consultato l'8 febbraio 2016.
  6. ^ (EN) Alan Sokal e Jean Bricmont, Fashionable Nonsense: Postmodern Intellectuals' Abuse of Science, Macmillan, 29 ottobre 1999, ISBN 978-0-312-20407-5. URL consultato il 5 aprile 2021.
  7. ^ (EN) John R. Searle, The Construction of Social Reality, Simon and Schuster, 11 maggio 2010, ISBN 978-1-4391-0836-9. URL consultato il 5 aprile 2021.
  8. ^ (EN) David Golumbia, Quine, Derrida, and the Question of Philosophy, in The Philosophical Forum, vol. 30, n. 3, 1999, pp. 163-186, DOI:10.1111/0031-806X.00012. URL consultato il 5 aprile 2021.