James Brown

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James Brown
James Brown ad Amburgo (1973)
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereFunk[1][2][3][4]
Soul[1][5]
Periodo di attività musicale1954 – 2006
Strumentovoce, pianoforte, tastiere, organo, batteria, armonica a bocca, chitarra
EtichettaFederal, Universal Music Group, United Artists, Sanctuary Budget, Real Gold
Album pubblicati137
Studio59
Live17
Raccolte61
Sito ufficiale

James Joseph Brown (Barnwell, 3 maggio 1933Atlanta, 25 dicembre 2006) è stato un cantante, compositore, musicista, ballerino, polistrumentista e bandleader statunitense.

Considerato una delle più importanti e influenti figure della musica del XX secolo[6], Brown è stato un pioniere nell'evoluzione della musica gospel e rhythm and blues, nonché del soul, del funk, del rap e della disco music.[7][8]

Celebre per la sua esuberante presenza scenica, operò una sorta di rivoluzione dei classici assetti ritmici e melodici. Il suo modo di stare sul palco e il suo stile furono ripresi da artisti come Mick Jagger, Prince e altri[9]. È stato l'idolo e il massimo ispiratore di Michael Jackson[10][11].

Era noto anche con alcuni soprannomi (molti autoattribuiti), fra i quali "Soul Brother Number One", "Mr. Dynamite"[1], "The Hardest Working Man in Show Business", "Minister of The New New Super Heavy Funk",[12] "Mr. Please Please Please", "Universal James", "Funky President", "The King of R&B", e il più noto di tutti, "The Godfather of Soul" (il padrino del Soul).[13][14]

Negli anni settanta è stato bandleader del gruppo The J.B.'s, citato spesso con nomi alternativi quali The James Brown Soul Train, Maceo and the Macks e The Last Word. Come gruppo a sé stante, i J.B.'s hanno suonato anche come backing band di Bobby Byrd e di altri cantanti.

Secondo il sito WhoSampled, James Brown è l'artista più campionato di tutti i tempi.[15] Rolling Stone lo inserisce al settimo posto nella sua lista dei 100 più grandi artisti della storia[16] e al decimo in quella dei migliori cantanti.[17]

  1. ^ a b c Pagina su All Music Guide
  2. ^ autori vari, Enciclopedia rock anni '60 (secondo volume), Arcana, 2002, pp. 47-48.
  3. ^ Scaruffi: James Brown, su scaruffi.com. URL consultato il 19 luglio 2016.
  4. ^ Funk, l’arma segreta della blaxploitation, su ilmanifesto.it, il manifesto, 21 marzo 2020. URL consultato il 25 marzo 2022.
  5. ^ Tom Moon, 1000 Recordings To Hear Before You Die, Workman, 2008, pp. 120-121.
  6. ^ James Brown | Biography | AllMusic
  7. ^ scaruffi.com, http://www.scaruffi.com/vol1/brown.html.
  8. ^ James Brown Influences, su Shmoop. URL consultato il 20 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2015).
  9. ^ Janet Maslin, ‘The One,' James Brown Biography by R J Smith, in The New York Times, 7 marzo 2012. URL consultato il 18 ottobre 2015.
  10. ^ Michael Jackson Video: michael jackson crying successivo to james brown his idol, su it.fanpop.com. URL consultato il 18 ottobre 2015.
  11. ^ Matthew Bigg, Michael Jackson praises James Brown as inspiration, in The Washington Post, 30 dicembre 2006. URL consultato il 18 ottobre 2015.
  12. ^ Being James Brown Archiviato il 5 maggio 2009 in Internet Archive., Rolling Stone
  13. ^ Soul Evolution Archiviato il 29 dicembre 2008 in Internet Archive.
  14. ^ AlwaysCD.com
  15. ^ whosampled.com, http://www.whosampled.com/James-Brown/?sp=1.
  16. ^ 100 Greatest Artists: James Brown | Rolling Stone, su rollingstone.com. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2014).
  17. ^ 100 Greatest Singers: James Brown | Rolling Stone, su rollingstone.com. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2017).