Katana 刀 | |
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Il daishō del samurai: uchigatana (alto) e wakizashi (basso) | |
Tipo | Spada |
Origine | Giappone |
Impiego | |
Utilizzatori | Samurai |
Produzione | |
Entrata in servizio | Periodo Muromachi |
Descrizione | |
Lama | maggiore di 2 shaku (60,6 cm) |
Tipo di lama | in acciaio "pacchetto", monofilare, con curvatura accennata. |
Tipo di punta | acuminata, dalla curvatura molto accentuata. |
Tipo di manico | a due mani. |
Roatti, Verrina (2004) | |
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La katana (刀?)[1] o catana[2][3][4] è una spada giapponese corrispondente a una scimitarra o sciabola ma con impugnatura a due mani.
I giapponesi usano questa parola per indicare genericamente una spada, infatti il termine più corretto è uchigatana (打刀?), il quale si riferisce nello specifico a un'arma bianca a lama curva e a taglio singolo, di lunghezza superiore a 2 shaku (più di 60,6 centimetri), usata dai samurai.
Nonostante permettesse di stoccare efficacemente, la katana veniva usata principalmente per colpire con fendenti, impugnata principalmente a due mani, ma Musashi Miyamoto, in Il libro dei cinque anelli, raccomandava la tecnica a due spade, che presupponeva l'impugnatura singola. Essa veniva portata alla cintura (obi) con il filo rivolto verso l'alto, in modo che potesse essere sguainata velocemente e che in nessun modo il filo della lama potesse danneggiarsi contro l'interno del fodero. Era portata di solito dai membri della classe guerriera, insieme alla wakizashi, una seconda sciabola più corta (fra uno e due shaku). La combinazione delle due era chiamata daishō e rappresentava il potere (o classe sociale) e l'onore dei samurai, guerrieri che obbedivano al loro daimyō (feudatario). La combinazione daishō era costituita fino al '600 da tachi e tantō; solo in seguito da katana e wakizashi.