In letteratura, e in particolare nella letteratura medioevale norrena, una kenning (plurale: kenningar) è una frase poetica che sostituisce, rimpiazzandolo con una perifrasi, il nome di una persona o di una cosa. Per esempio, il mare veniva spesso indicato nella letteratura inglese antica con frasi come seġl-rād ("strada delle vele"), swan-rād ("strada dei cigni"), o hwæl-weġ ("via delle balene"; quest'uso si trova anche in Beowulf, nella forma hronrāde, "strada delle balene").
La parola kenning deriva dal norreno kenna eitt við, "esprimere una cosa in termini di un'altra". La letteratura norrena, anglosassone e celtica fanno larghissimo uso di questo artificio; associate con la pratica dell'allitterazione, molte kenningar sono divenute formule tradizionali riproposte attraverso i secoli da diversi autori.
La comprensione delle kenningar è spesso molto difficile per il lettore moderno, soprattutto perché lo sviluppo della metafora implica riferimenti anche molto specifici a episodi della mitologia. La poesia degli scaldi è particolarmente nota per l'uso frequentissimo di kenningar, talvolta anche combinate in catene di sostituzioni successive, con risultati spesso ancora più oscuri per il lettore inesperto. Così, per esempio, la "danza del verme della rugiada del massacro" è la battaglia, perché "la rugiada del massacro" è il sangue, "il verme del sangue" è la spada, e la "danza delle spade" è la battaglia. Il capitolo Skáldskaparmál dal manuale letterario Edda in prosa, scritto nel XIII secolo da Snorri Sturluson, mostra chiaramente l'importanza di questo artificio letterario nel mondo norreno spiegando l'origine e il significato di molte kenningar tradizionali.