Krak dei Cavalieri

Krak dei Cavalieri
Krak des Chevaliers o حصن الفرسان
Ubicazione
StatoSiria (bandiera) Siria
Coordinate34°45′25″N 36°17′41″E
Mappa di localizzazione: Siria
Krak dei Cavalieri
Informazioni generali
Inizio costruzioneXI secolo
Condizione attualeIn gran parte in buono stato ma danneggiato dalla Guerra civile siriana
Informazioni militari
Azioni di guerraCrociate
Guerra civile siriana
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 Bene protetto dall'UNESCO
Krak dei Cavalieri
e Qalʿat Salah al-Din
 Patrimonio dell'umanità
Tipostorico
CriterioC(ii) (iv)
Pericolodal 2013
Riconosciuto dal2006
Scheda UNESCO(EN) Krak des Chevaliers
and Qalʿat Salah El-Din

(FR) Crac des Chevaliers
et Qal’at Salah El-Din

Il Krak dei Cavalieri (Ḥisn al-Akrād in lingua araba, cioè Fortezza dei Curdi, oggi Qalʿat al-Ḥiṣn, Cittadella della fortezza) è una fortezza militare siriana, situata nei pressi di Homs; può essere considerato il castello medievale per eccellenza d'età crociata.[1]

È uno dei castelli crociati meglio conservati[2] dell'Ordine militare dei Cavalieri dell'Ospedale di S. Giovanni di Gerusalemme, più noto come Ordine Ospedaliero prima di diventare Ordine dei Cavalieri di Rodi e infine Ordine dei Cavalieri di Malta - oggi S.M.O.M. (Sovrano Militare Ordine di Malta).

Il Krak (che deriva dalla parola aramaica karkha, che significa città, conservatasi nel centro urbano transgiordanico di al-Karak, la biblica Moab) si trova a metà strada circa tra Aleppo e Damasco, a 60 km quasi a SO di Hama.

La sua posizione era al tempo strategica, in quanto controllava il "Passo di Homs", lo sbocco settentrionale cioè dell'ampia e fertile pianura della Buqay'a (oggi Beqāʿ), fra il Monte Libano e l'Antilibano, che si esauriva proprio di fronte a quest'unico varco possibile che conduceva verso la costa mediterranea e che permetteva di raggiungere la città di Tortosa (oggi Tartus), costituendo in tal modo la difesa più avanzata della Contea di Tripoli.

Ricostruzione del Krak
  1. ^ Il Krak dei cavalieri, su www.storicang.it, 2 gennaio 2020. URL consultato il 13 luglio 2024.
  2. ^ whc.unesco.org, https://whc.unesco.org/fr/list/1229. URL consultato il 13 luglio 2024.